Domenica 29 settembre il ristorante Joia festeggia i suoi primi 30 anni. A partire dal pomeriggio fino a sera le porte del ristorante saranno aperte per accogliere tanti amici, fare un brindisi insieme allo Chef Pietro Leemann, ad Antonio Di Mora, Sauro Ricci e a tutto il suo staff. Musica, poesia, arte e buon cibo vegetariano faranno da contorno a questa giornata di festa.
Pietro Leemann ha pero più motivi per festeggiare. Non solo il traguardo dei 30 anni ma anche un grande libro in uscita a ottobre (ed. Giunti): Il codice della cucina vegetariana racconterà segreti e filosofia della cucina green in modo inedito, attraverso i piatti e le esperienze che hanno segnato il cammino dello chef più iconico dell’Alta Cucina vegetariana.
Era il lontano 1989 quando Pietro Leemann, appena rientrato da un lungo viaggio in Oriente e profondamente mutato nel corpo e nello spirito dalle importanti esperienze vissute, sceglieva di conservare e condividere quanto assimilato e appreso, aprendo il ristorante Joia insieme ad alcuni amici lungimiranti.
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Un luogo dal nome fortemente evocativo, fondato coraggiosamente sul concetto di cucina gourmet vegetariana e sotto il segno dell’etica e della cultura, in un’epoca in cui la consapevolezza e la conoscenza gastronomica non erano certamente diffuse come nel periodo attuale.
Come rievoca lo stesso Leemann, «Nel gruppo iniziale c’erano molti creativi, Raimondo Boggia con sua moglie Nilde Rivosecchi e suo fratello architetto, Alberto de Martini che ha coniato il nome del ristorante, Nicla Nardi, compagna di avventura e di vita per 10 anni, Laura Ermentini architetto di buon gusto e con i piedi per terra, Luca Mortara e Anna Borrelli che si dedicavano alle pubbliche relazioni. Assieme ci rendevamo conto che il mondo e le abitudini delle persone stavano velocemente cambiando. Un nuovo pensiero si stava affacciando, mosso da individui di un ceto culturale e sociale medio alto, che praticavano forme di meditazione, dedicavano tempo al loro benessere fisico e psichico e si avvicinavano alla cucina vegetariana».
Era il 29 settembre 1989 quando Pietro Leemann dava alla luce quel progetto che oggi conosciamo come Alta Cucina Naturale e che – in meno di un decennio – lo ha portato a essere il primo ristorante vegetariano Stella Michelin d’Europa, e ancora l’unico in Italia.
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Un successo meritato che – a trent’anni dalla sua genesi – non smette di evolversi, presentando la cucina dello chef Leemann come un modello esemplare di alta gastronomia di qualità, raffinatezza e spiritualità.
Un progetto dedicato non solo ai vegetariani, ma a chiunque desideri avvicinarsi a una cucina di pensiero che faccia bene, tocchi anima e mente, e che appaghi il gusto. O più semplicemente, a chiunque scelga di mangiare molto bene. Tutti gli ingredienti sono biologici e la maggior parte sono coltivati da contadini amici. Una ricerca scrupolosa e che porta a una cucina alleggerita da eccessi di grassi, di glutine e di zuccheri, votata però al piacere.
Dei suoi piatti è infatti essenziale declamare il gusto che, fatto salvo l’aspetto antroposofico delle creazioni, rappresenta uno fulcri centrali della cucina del Joia: un gusto capace di oscillare tra interessanti contrasti in cui sapori, consistenze e temperature coesistono sempre in armoniche ricette: come non menzionare l’iconico “Di non solo pane vive l’uomo”?!
O ancora le zuppe, con cui lo chef Leemann cala l’asso e conquista il commensale attraverso adrenaliniche scosse di piacere, date da incessanti contrasti di gusto e temperature.
Piatti colorati e ludici in cui la ricerca e la visione di approccio all’elemento vegetale restano unici nel loro genere.