“Altatto è la storia di un incontro”.
È questo l’incipit del libro “Altatto – Cucina Vegetariana contemporanea – Mangiare con i sensi” edito da Edizioni Enea e in distribuzione da pochi mesi.
Sì, perché Altatto è la manifestazione di una sinergia tutta femminile nata tra i fuochi del ristorante Joia di Pietro Leemann tra tre giovani donne – Cinzia De Lauri, Sara Nicolosi, Giulia Scialanga – a cui si è aggiunta in un secondo momento Caterina Perazzi. Sinergia divenuta in breve tempo una brillante realtà gastronomica della città di Milano.
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Un incontro che mostra come la sincronicità esista davvero, manifestandosi nell’incontro di quattro destini incrociatisi per dar forma a un sogno, quello di un modo differente di interpretare la cucina contemporanea, anteponendo il concetto di natura persino in una metropoli dinamica come quella milanese.
Quattro donne, quattro fiori colorati e spontanei capaci di crescere in mezzo al fragore e al cemento cittadino, grazie alla tenacia, alle idee e alle capacità tipiche delle donne contemporanee.
Altatto nasce nel 2015 come giovane realtà legata ai catering vegetariani per gli eventi milanesi, un’idea accesasi grazie ad un mix di personalità e storie diverse, unite dall’amore per la cucina.
Cinzia, la socia più giovane, consegue un diploma artistico ma la sua passione per la cucina la porta a frequentare l’Alma, prima di arrivare nella cucina del Joia, dove rimane per 2 anni.
Giulia, approda alla cucina ed in particolare alla pasticceria, dopo aver lavorato nel mondo della moda. Un’esperienza al Cordon Bleau di Parigi per imparare le basi della cucina tradizionale francese, seguita poi da una specializzazione in cucina italiana sempre all’Alma.
Sara, dopo un triennio universitario in antropologia culturale, decide di frequentare anche lei l’Alma e approda alla corte di Leemann dopo uno stage da Philippe Léveillé.
Ed infine Caterina, probabilmente l’unica che sceglie sin da subito di formarsi in ambito culinario, diplomandosi all’istituto Alberghiero “Carlo Porta” di Milano e iniziando a lavorare nella cucina del Joia dove, dopo un periodo ai “fornelli”, inizia ricoprire il ruolo di assistente dello Chef Leemann anche per l’aspetto comunicativo.
L’idea embrionale nasce da Cinzia, Giulia e Sara le quali, dopo solo un anno di attività, proiettano Altatto catering nel mondo degli eventi e delle collaborazioni con le grandi case di moda. Un’esperienza che le forma nel profondo soprattutto dal punto di vista organizzativo, della capacità di adattamento e dell’ecletticità.
Una cucina vegetariana di altissima qualità “tailor made” che nel breve consente a queste ragazze di farsi conoscere, fidelizzando i clienti e divenendo un punto di riferimento centrale in un settore esigente come quello della moda.
Con l’arrivo di Caterina, il progetto Attatto si evolve da catering a Bistrot.
Così nel 2019, in un momento di grande fermento per la cucina di qualità, nasce questo nuovo progetto: un luogo essenziale ma allo stesso tempo elegante e prezioso, dove poter servire una cucina innovativa e brillante, in grado di “sovvertire” quell’idea di gastronomia vegetariana legata al concetto di rinuncia, con l’obiettivo di servire alta cucina in un ambiente informale e intimo, con prezzi accessibili, ingredienti di primissima qualità e soprattutto, evitando sprechi.
Un’esperienza che cresce di giorno in giorno, sino a incontrare – come tutto il settore – la battuta d’arresto voluta dalle limitazioni e dagli incessanti lockdown che però, invece che scoraggiare le quattro ragazze, le porta a ideare un delivery vincente e dal successo immediato.
Un delivery sostenibile in ogni suo aspetto che, oltre a portare nelle case la freschezza e la qualità dei piatti di Altatto, ci consegna un progetto Green & Veg a trecentosessanta gradi in cui, invece di reiterare il malcostume dell’usa-e-getta (abusato oltre ogni immaginazione in epoca Covid), sviluppa un’idea di delivery anti-spreco ed eco-friendly e – al contempo – rende onore alla tradizione della città in cui prende forma.
Una schiscetta milanese in acciaio inox, ideale per contenere un menù completo Altatto, da scaldare in forno e in cui gustare direttamente le pietanze contenute. Un contenitore ecologico da lavare e riutilizzare all’ordine successivo, così da creare un legame consapevole tra ristorante e consumatore, e magari ampliare la rete del progetto ad altre realtà ristorative meneghine sensibili a questa comune visione.
Cliccando qui è possibile visionare e ordinare i menù, i vini naturali in abbinamento e il libro di ricette di Altatto.