La fine dell’anno si avvicina inesorabile e con essa si accompagnano un gran numero di manifestazioni fieristiche legate soprattutto alla componente più piacevole della vita, ovvero la buona tavola.
A Bergamo, da ormai quattro anni, si svolge una Kermesse dedicata alla nicchia più esigente del settore – a quella ovvero che non si accontenta di “nutrirsi”, ma quella alla continua ricerca di eccellenza; quella che incapace di dissociare il cibo dall’arte; quella che si appassiona all’enogastronomia esattamente come a cultura e storia.
Perché Gourmarte è proprio questo: il luogo in cui tradizione e innovazione danno vita a una formula esplosiva che non lascia spazio alla mediocrità o a prodotti privi di identità. A Gourmarte l’eccellenza, nello specifico quella lombarda, è protagonista e si trasforma così nel luogo perfetto in cui gli appassionati del settore possono ritrovarsi a raccontare a parole ma soprattutto attraverso i propri prodotti, storie di amore e dedizione verso la terra, i mestieri o i fornelli.
La formula della manifestazione è vincente e innovativa rispetto ad altre fiere di settore che risultano spesso caotiche e mal organizzate.
Il punto di forza di Gourmarte resta senza dubbio Il Ristorante animato per tre giorni da stelle del firmamento Gourmet come Claudio Sadler, PhilippeLeveillè e Chicco e Bobo Cerea.
Ma il nome più altisonante, probabilmente anche per l’inaspettato ritorno in Italia, è stato quello di Ezio Gritti, Chef di Solata Restaurant prestato all’isola di Bali in Indonesia e ai più conosciuto per aver gestito a livelli irripetibili le cucine dell’Osteria di Via Solata a Bergamo Alta.
Una personalità che manca non poco alla Città dei Mille e che per l’occasione ha voluto proporre un filetto d’agnello con polenta profumata al cocco, riportando in brigata la squadra al completo di quella che fu la storica crew di via Solata: la maitre Nadia, il sous Chef Michele Sana e il giovanissimo Mattia: un colpo al cuore e un’emozione fortissima per tutti i nostalgici che agognano un ritorno – prima o poi – del grande Ezio.
Per l’occasione, Ezio è stato insignito del riconoscimento di “Ambasciatore dei valori e dei sapori bergamaschi nel mondo” da Patrizio Previtali – Responsabile delle Relazioni Esterne UBI Banca, Paolo Malvestiti – Presidente della Camera di Commercio bergamasca e Ivan Rodeschini – Presidente dell’Ente Fiera Promoberg.
La degustazione ai tavoli di Gourmarte è proseguita con una lepre al cucchiaio, fegato di seppia e mela verde, un piatto indimenticabile realizzato da quel genio di Riccardo Camanini – Chef del Lido84, ristorante nel bresciano che merita certamente una visita e un nome da tenere d’occhio nella ristorazione gourmet alternativa.
Gran bella sorpresa anche Fabio Abbattista che dall’Albereta ci porta una cucina assolutamente innovativa e dai tratti perfettamente distinti, proponendo la sua anguilla ai carboni, cetriolo, mela verde e cerfoglio, un piatto elegante e leggero dai sapori decisi e raffinati.
A Gourmarte non mancano ovviamente le conferme con i baluardi della ristorazione stellata quali Bobo e Chicco Cerea del tristellato Da Vittorio e Alessandro Negrini e Fabio Pisani dello storico Il Luogo Aimo e Nadia di Milano, con due proposte apparentemente semplici ma dalla sapiente lavorazione: risotto con fagioli borlotti e baccalà mantecato per i primi; tortelli farciti di ossobuco di Fassone e midollo nel suo ristretto allo zafferano sardo e parmigiano Bonati per i secondi.
Bella scoperta anche dal tacco d’Italia con il Ristorante Pashà e le sue orecchiette fatte a mano, cime di rapa, acciughe e briciole di pane e soprattutto per Gegé Mangano, vulcanico ristoratore de li Jalantuùmene del Gargano che con il suo caldo freddo di purea di fave secche con cicorella di campo e olio novello e la sua inimitabile personalità, tiene alto il nome dell’identità e della ristorazione pugliese, restando in attesa della meritata stella Michelin.
Le proposte gastronomiche proponevano leccornie come le variazioni di gusto dell’ostrica proposte da Orobica Pesca o la Polvere di Stelle, di Simone Finazzi della Pasticceria Cavour di Bergamo.
Oltre all’angolo Ristorante, Gourmarte sceglie di introdurre i propri visitatori in un percorso eno-gastronomico tra i produttori delle eccellenze del settore. A dire il vero, per questa edizione, più eno che gastronomico, dal momento che su 63 espositori, ben il 35% operavano nel settore wine. Vero, sempre di eccellenza si tratta, ma è difficile individuare la peculiarità o l’unicità con si tanti rappresentanti dello stesso campo. Difficile, sino a quando non ti imbatti in Manuele Biava dell’omonima Azienda sita sui colli di Scanzorosciate (BG) che ai più appassionati cultori rievocherà il celeberrimo Moscato passito – unico nel suo genere – che la famiglia Biava coltiva con cultura e passione da circa un secolo, aggiudicandosi di diritto il primato assoluto a livello qualitativo tra i vitigni scanzesi, entrando tra l’altro nell’Olimpo delle Enoteche: l’Astor Wine&Spirits di New York City.
Numerose anche le pasticcerie e le gelaterie – in cui spiccano su tutti i nomi della Pasticceria Morlacchi e di Al d Mangiami di Marios Gerakis- la prima gelateria all’azoto d’Italia.
Tra i tanti produttori caseari, menzione speciale per il presidio Slow Food del Bitto Storico e – tra le mostarde – particolarmente interessanti quelle realizzate dall’Azienda Agricola bergamasca Emilio Stroppa.
Per la categoria carni e salumi, irrinunciabile la visita presso lo stand di Sergio Motta e del suo Ristorante Macelleria, celeberrimo per seguire interamente la filiera delle sue carni sublimi, dall’allevamento alla cucina – così come Da Pinuccio di Carlo Casati, contagioso nella passione e nell’entusiasmo e peculiare nella produzione di prodotti come la borroeula, una pasta di salame disossata con cura e lavorata sino a ottenere una consistenza cremosa.
Unicità assoluta invece per il caviale Calvisius, eccellenza e vanto dell’Italia gastronomica all’estero, in quanto maggiore produttore mondiale di questa leccornia che trova la sua casa vicino a Brescia e più precisamente a Calvisano.
E visto che di manifestazione dedicata all’eccellenza del cibo e dei prodotti si tratta, non poteva di certo mancare la qualità esemplare dell’ingrediente più importante della cucina: quello delle Pentole Baldassarre Agnelli – uniche e inimitabili – che per l’occasione hanno sfoderato l’artiglieria pesante, mettendo ai fornelli Chef Chicco Coria e il “Cannibale”, al secolo Michele Cannistraro – ai più conosciuto per essersi fatto notare nel corso della terza edizione di Masterchef Italia.
Come ogni anno Gourmarte offre parecchi spunti per conoscere il territorio lombardo attraverso i suoi prodotti, anche se Lombardia è molto di più! E questo ve lo racconterò certamente e con l’entusiasmo che mi caratterizza nella mia rubrica “Kilometro Zero” tra le pagine del mensile Orobie. Quindi, non dimenticate questi nomi e questi volti… Mangiare Dadio vi trasporterà nei loro mondi e nei loro sapori.