Il 2017 è agli sgoccioli e, come ogni anno, vengo colta da quell’innata esigenza di stilare bilanci personali sul mio lavoro, sugli incontri fatti e sulle esperienze vissute. Gravitando la mia esistenza intorno alla buona tavola, viene dunque spontaneo intuire in quale direzione sia andata la mia attenzione: così ho scelto di fare un breve ripasso dei momenti vissuti nel 2017 e trascrivere d’istinto il 12 locali che consiglierei di non perdere nel 2018. Perché 12? Semplicemente perché ho immaginato un calendario virtuale di ristoranti imperdibili per il nuovo anno. Mese per mese.
Non dunque una classifica, ma sulla base di cosa? Innanzitutto sul mio gusto personale poi, probabilmente dallo stupore dovuto da un’esperienza inaspettata e non scontata, che ha saputo colpirmi e rimanere impressa nella memoria.
Va da sé che tutti i ristoranti visitati e raccontati tra le pagine di Mangiare da Dio, Lorenzo Vinci, Orobie e Bergamo in Pentola restano oltremodo eccellenti. Ma ecco a voi, i magnifici 12…
1. GENNAIO
Il Cantinone – Madesimo (SO)
In occasione della stagione sciistica, impensabile non affrontare kilometri e tornanti alla volta di Madesimo – nell’alta Valtellina – alla scoperta di uno degli Chef più sorprendenti e avanguardisti della cosiddetta cucina lombarda di montagna. Tocco leggero, pulito e innovativo quello di Stefano Masanti, cuoco e custode di tradizioni e antichi sapori (lo dimostra l’eccellente produzione di brisaole e violini di capra Slowfood della sua Officina MA!) che, non lasciandosi ingabbiare nei tipici cliché valtellinesi, propone il meglio del territorio – dalla selvaggina, ai prodotti caseari, dal bosco ai frutti della terra e dove le paste fresche ripiene vengono preparate espresse per preservarne la freschezza – con uno stile personalissimo e che merita viaggio e scoperta.
DA PROVARE: Carpaccio di cervo, capasanta, cocco, zenzero e passion fruit.
2. FEBBRAIO
Wicky’s Wicuisine Seafood – Milano
Wicky Priyan è lo Chef straniero prediletto dai colleghi stellati italiani e mancata stella Michelin più eclatante del 2017. Il suo non è un semplice ristorante, ma un luogo di cultura e meditazione in cui venire a contatto con la vera cucina giapponese e i suoi valori, e in cui fare i conti con i propri limiti in tema di cucina asiatica. Impossibile non lasciarsi conquistare dalla tecnica e dalla commistione della tradizione nipponica associata ad alimenti e materie tipiche della cucina mediterranea, su cui Priyan ha costruito ed elevato il proprio Manifesto. Un’esperienza di gusto imprescindibile, da provare almeno una volta nella vita.
DA PROVARE: Sushi Kan
3. MARZO
Contraste – Milano
Matias Perdomo è uno degli Chef simbolo del fermento e della dinamicità che sta attraversando la città di Milano da qualche anno a questa parte. Una cucina unica, portata avanti con convinzione e coerenza dal talento ineguagliabile di uno Chef emozionante, inarrivabile e instancabilmente innovativo. Lui, che asseconda i tuoi piaceri. Lui, che ti mette allo “specchio” e non sbaglia un colpo. Lui che dirige a ritmi orchestrali una cucina impeccabile e da forma a piatti indimenticabili. Lui che si affida a una Sala esemplare e inimitabile, orchestrata dal bravo Thomas Piras . Effetto “wow” assicurato e podio indiscusso tra i ristoranti di “carattere”.
DA PROVARE: Rognone di coniglio, anguilla affumicata e sorbetto di aceto.
4. APRILE
Florian Maison – San Paolo D’Argon (BG)
Stella Michelin 2017, e situato nel verde di una vallata mozzafiato della provincia bergamasca, il Florian Maison accoglie i suoi ospiti in una formula completa che affidandosi a una ristorazione elegante e a un’accoglienza perfetta gli hanno valso il privilegio di figurare nella catena Châteaux et Hôtels Collection di Alain Ducasse. Ed è sempre Ducasse a scegliere e a premiare lo Chef Umberto De Martino con il premio de Les Tables de la Collection, riconoscendo nei suoi piatti e nel suo talento, una cucina pura e capace di innalzare e valorizzare la materia ai massimi livelli. Vero: cucina pura e pulita che non si accomoda nella “comfort zone” della tradizione mediterranea (da cui arriva appunto De Martino) ma che osa e “sconfina”, emozionando con elementi come il riso, le lumache o il quinto quarto. Esperienza consigliata soprattutto dalla primavera in poi, per lo splendido dehors in cui è possibile consumare il proprio pasto.
DA PROVARE: Bottoni all’alga spirulina con ricordo di Caciucco.
5. MAGGIO
Kresios – Telese Terme (BN)
Che ci si debba spingere sino a Telese Terme per provare una delle cucine più interessanti dell’alta Ristorazione dello Stivale e vivere una delle esperienze più inaspettate e divertenti dell’anno, è ancora tutto da spiegare! E’ infatti nella provincia beneventina che Giuseppe Iannotti – ingegnere informatico prestato e mutato con definitivo successo alla cucina – è stato capace di dare forma a un luogo che rappresenta l’essenza del piacere gastronomico e sensoriale. Un angolo di paradiso in cui non vi è Carta e il commensale è (piacevolmente) costretto ad affidarsi ai due menù – Mr. Pink e Mr. White in cui Iannotti propone la sua (apparente) follia e il suo matematico caos: piatti che si susseguono scavallando convenzioni e proiettandosi in un Universo gastronomico senza confronti, accompagnato da abbinamenti che – alle più classiche e prestigiose etichette – alternano profumati tea, intriganti coktail e sorprendenti succhi di frutta, innalzando il food-pairing a Standing OIvation obbligate. Merito di quel fenomeno di Alfredo Buonanno che – a soli ventidue anni – gestisce Sala e Cantina con esperienza da manuale.
DA PROVARE: Agnello con verdure bruciate.
6. GIUGNO
Pepe in Grani – Caiazzo (CE)
E’ da anni che si vocifera in merito alla possibilità di assegnare le Stelle Michelin alle pizzerie; ed è da anni che un nome trionfa su tutti: quello di Franco Pepe, Maestro dell’Impasto e pizzaiolo definito dal The Guardian come “The Best Pizza Maker in the World”. Un’innovatore Pepe, capace di sfidare consuetudini e convenzioni, collaborando con rinomati Chef stellati, sviluppando ricette pluripremiate, e dando forma a progetti virtuosi – come il recente caso de La Filiale in terra di Franciacorta – nella meravigliosa cornice dell’Albereta Relais & Chateaux. Un’esperienza che vale il viaggio, alla scoperta di un uomo e di una pizzeria divenuti ormai patrimonio nazionale.
DA PROVARE: Margherita Sbagliata
7. LUGLIO
L’Imbuto – Lucca
C’è poco da fare: per non sentirmi più parlare di Cristiano Tomei, dovrete sparare a me, a lui o a entrambi! Già, perché forse ancora non tutti sanno che è a Tomei che dobbiamo l’introduzione del blind-menù nel nostro Paese che – con il giusto mix di genio, follia e coraggio – lo chef viareggino ha estremizzato ulteriormente il modello, rimandando a fine degustazione la spiegazione delle pietanze stesse. Perché, come cita giustamente Tomei: “Il gioco della sorpresa del cibo si avvicina moltissimo all’intimità di un rapporto a due. In amore o nel sesso, non ci si anticipa quali saranno mosse ed approcci. Tu sesso lo fai!“. Ed è proprio questo l’approccio con la cucina di Tomei, una cucina a tratti viscerale e primordiale, all’estenuante ricerca di ambienti, origini e corrette commistioni: come nel caso dell’Anatra, che nella ricerca del suo habitat, spinge lo Chef a ricrearne la torba, attraverso i sentori del whisky torbato. Perché a luglio? Perché è il mese in cui mi troverete più spesso qui…
DA PROVARE: Ravioli di cervella di vitello e albicocche
8. AGOSTO
Lido 84 – Gardone Riviera (BS)
Quando tutto ha un senso! Quello scelto da Riccardo Camanini e dal fratello e socio Giancarlo resta il modello perfetto: 40 coperti, e una brigata di 9 persone che non cessa di migrare tra cucina e sala, coinvolgendo il commensale in un’esperienza di piacere e passione davvero unica! Prezzi alla carta e in degustazione tra i più accessibili d’Italia, piatti dall’impronta riconoscibile anche a occhi chiusi e desiderio di convivialità attraverso la finitura del piatto in sala, in complicità col cliente. Location da urlo, arredata con stile, buon gusto ed eleganza. Solo un consiglio: se volete andare nel fine settimana (soprattutto durante la bella stagione in cui viene offerta la possibilità di cenare nel dehors estivo) prenotate con almeno tre mesi di anticipo!
DA PROVARE: Spaghettone burro e lievito
9. SETTEMBRE
Feel – Como
“Celo; Celo; Manca!”. Ecco, se vi era qualcosa che proprio mi mancava per la città di Como era un ottimo ristorante, dalla cucina coerente ed emozionante, da vivere in un’atmosfera elegantemente sobria. Mancava, sino a quando non ho conosciuto e mi sono definitivamente appassionata alla feel-osofia di Federico Beretta, chef di origini meneghine che nella città lacustre (in cui il piatto tristemente più diffuso resta la lasagna alla bolognese) si è saputo ritagliare i propri spazi, dando forma a un locale di carattere in cui la cucina parla chiaro e i piatti si legano a filo doppio al territorio dell’Arco alpino. Una visione dedicata – ma non per questo limitata – alla montagna e al suo respiro: non solo Lombardia, ma un lungo passaggio che parte dalla Liguria, si spinge prepotentemente in Piemonte e in Val D’Aosta, sino a scorgere “la luce dell’Est”, alla scoperta di Trentino e Friuli. E poi i boschi, i laghi, le colline… Elementi che tornano e caratterizzano i piatti di una carta, minimal, sincera, ordinata. Poche portate (4 antipasti e lo stesso numero di primi e secondi) che raccontano di una zona incredibilmente ricca e che tra presidi Slow Food e “chicche” del Territorio, soddisfano palato, gusto e aspettative.
DA PROVARE: Spaghetti, aglio nero e lumache.
10. OTTOBRE
Trussardi – Milano
Ce n’è voluto di tempo alla Rossa Michelin affinché si accorgesse ciò che da tempo era sotto gli occhi di tutti, ovvero che allo stakanovista Roberto Conti la Stella calzava a pennello! Nient’altro che una conferma, a dirla tutta, per uno Chef e un ristorante che ormai brillano di luce propria da tempo e che hanno altresì compreso quanto impegno, serietà, centralità dell’ingrediente siano gli elementi perfetti per ottenere il riconoscimento che a tutta la squadra Trussardi interessa principalmente: la soddisfazione del cliente! Cool!
DA PROVARE: Spaghetti cacio e pepe e ricci di mare.
11. NOVEMBRE
Il Luogo di Aimo e Nadia
Sono trascorsi oltre cinquant’anni da quando Aimo Moroni, assieme alla moglie Nadia, diede vita a un’idea che andava oltre il ristorante. Un Luogo, per l’appunto in cui onorare di giorno in giorno la cucina italiana. E sono stati bravissimi Alessandro Negrini e Fabio Pisani, con la collaborazione di Stefania Moroni, a prendere le redini di questo progetto – vanto dell’alta Cucina italiana – e portarlo avanti con forte personalità, senza mai snaturarlo. Oggi al Luogo continui a vivere un’esperienza perfetta, degna di un ristorante due stelle Michelin, che si racconta in piatti della tradizione, in nuovi spunti – che di tanto in tanto nascono dai i goliardici campanilismi del valtellinese Negrini verso il pugliese Pisani – e in un’atmosfera spontanea e famigliare. Cucina e Sala in perfetta sintonia.
DA PROVARE: Lo spaghetto al cipollotto
12. DICEMBRE
N.o.i. Restaurant – Bergamo
Io vi avevo avvertito che questo piccolo gioiello si sarebbe prepotentemente fatto conoscere! Merito dei due giovani titolari, Tommaso Spagnolo ai fuochi e Guido Gherardi in sala che, importando e battezzando in maniera molto libera e quasi anarchica un modello ancora sconosciuto nella quieta e inquadrata città di Bergamo, hanno convinto anche i commensali più scettici e dato impulso allo sviluppo gastronomico e imprenditoriale che ne è seguito. I piatti solo al limite della libido, il food-paring (soprattutto in abbinamento ai cocktail) a livelli altissimi e l’ambiente accogliente, piacevole, divertente. Vi troverete benissimo!
DA PROVARE: Crema di polenta affumicata, rafano e avocado alla griglia
E al mio segnale, scatenate le prenotazioni…
photo credits © FabioCattabiani, Lucio Elio, Gerardo Mauro, Nicola Nesi, Andrea Spinelli, Lido Vannucchi