“Fai che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”.
Con questa massima Ippocrate ci porta a riflettere sull’importanza di ritrovare nella sana alimentazione un elemento imprescindibile della nostra esistenza e della nostra quotidianità. Una quotidianità che merita rispetto e attenzione, la stessa attenzione che ciascuno di noi dovrebbe riservare al proprio organismo.
Fortunatamente, sono sempre più i contesti o gli appuntamenti in cui i consumatori possono trovarsi faccia a faccia con prodotti di qualità e i loro creatori, scoprendo quanto nutrirsi in maniera sana, corretta e secondo le logiche di una filiera corta, sia più semplice di quanto non si creda.
Uno di questo contesti sono I Mercati della Terra®, una rete internazionale di luoghi Slow Food in cui fare la spesa, incontrarsi e approfondire la storia degli alimenti. Mercati che si spingono persino nel cuore delle grandi Metropoli, per mostrare ai consumatori come oggi sia semplice allontanarsi dalle logiche della Grande Distribuzione e abbracciare quelle di una spesa più etica e consapevole, qualitativamente più elevata e attenta alle economie locali. Fulcro infatti de I Mercati della Terra® è la garanzia che i prodotti presentati e venduti all’interno di ciascun circuito provengano da una distanza massima di 40 km dal luogo dello scambio, al fine di garantire e trasmettere al consumatore tutti quei valori cari alla filosofia del Kilometro Zero.
Incuriosita e attratta da questa iniziativa così vicina al mio modo di raccontare di cibo, mi sono spinta a Padernello, località in provincia di Brescia in cui si trova un bellissimo Castello di epoca tardo-medioevale tenuto in vita da ormai oltre dieci anni da un gruppo di Enti e privati – in cui spicca la presenza del Comune di Borgo San Giacomo (BS) – che si sono riuniti all’interno di una Fondazione per preservarne il fascino e per consentirgli di vivere.
Domenico Pedroni, Presidente della Fondazione del Castello di Padernello mi spiega in maniera molto chiara di come il concetto di “vita” sia il vero motore dell’iniziativa: un castello che non deve spegnersi divenendo un museo. Un castello che deve animarsi e animare di continuo attraverso spettacoli, eventi e iniziative che stimolino le idee e le economie territoriali. E’ in quest’ottica che Pedroni, mi spiega, il connubio con Slow Food è stato immediato. Perché nulla come l’agricoltura è vita e nulla come il cibo può risvegliare un sistema culturale locale.
E così, attraverso l’agricoltura di prossimità si stimola un’esperienza importante e si concretizza una filosofia genuina.
Il tema dei Mercati della Terra per tutto il 2016 sarà “Il cibo quotidiano” e, nel caso di Padernello, riunirà ogni terza domenica del mese una trentina di produttori locali che tutelino sino in fondo i concetti di biologico e biodinamico.
L’esperienza del Castello di Padernello mi è utile per conoscere alcuni presidi slow food come il Fatulì della Val Saviore, un formaggio di capra particolare e raro, prodotto ancora da poche comunità della Val Camonica, tra cui l’Azienda Agricola Prestello, o il particolarissimo mais rostrato di Rovetta, eccellenza di una terra famosa anche per la sua tradizione “polentona”.
Chi mi ha conquistato con la sua passione e la sua storia è certamente Lorenzo Cavalli, coltivatore bio di Borgo San Giacomo che da vent’anni, insieme alla famiglia, coltiva con passione le sue terre producendo senza fretta o forzature dei prodotti straordinari come il cavolfiore giallo varietà Ronchi o i dolcissimi radicchio bianco e rosa.
Dalla materia prima all’elaborazione dei prodotti con Donata, “casoncellara” bresciana che, da circa vent’anni, impasta e vende direttamente dalla sua bottega di San Paolo (BS) i casoncelli secondo l’antica tradizione bresciana, oltre a numerose altre tipologie di pasta fresca.
Ovviamente, i Mercati della Terra® dipendendo fortemente dalla stagionalità e dai ritmi dettati dalla natura; gli appuntamenti si rinnovano di mese in mese, presentando ogni volta novità, e rinnovandosi di continuo. Perché il cibo rimanga sempre l’unica medicina a cui dover mai ricorrere.
Reportage: photo credits © Lucio Elio