Il Protocollo innovativo dell’Emilia Romagna contro le linee guida dell’Inail per la Fase2
Risponde al nome di Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 nel settore della ristorazione la condanna al patibolo per la maggioranza degli imprenditori italiani impegnati nel settore della ristorazione, dei bar, dell’ospitalità e di ogni genere collegato a essi.
Un documento che porta la firma di sei “esperti” dell’Inail e dell’Iss sui quali l’esecutivo ha demandato (o scaricato) le decisioni – programmando l’inevitabile crisi di un settore che, prima dell’emergenza, generava circa il 14% del PIL nazionale e l’inevitabile previsione di un piano di licenziamenti che coinvolgerà centinaia di migliaia di lavoratori.
In un quadro apocalittico come quello legittimato dal Governo Conte, è rassicurante l’esempio dell’Emilia Romagna, simbolo italiano di capacità imprenditoriale nel settore gastronomico e dell’ospitalità che – al fine di evitare la catastrofe per i propri abitanti – ha elaborato e presentato un protocollo innovativo e alternativo all’inapplicabile documento dell’Inail per “fornire linee guida e indicazioni operative, omogenee sul territorio regionale, finalizzate a incrementare l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento da adottare per contrastare l’epidemia di COVID-19 all’interno degli esercizi di somministrazione alimenti e bevande e alle attività artigianali che vedono per l’asporto o per il consumo sul posto, in funzione dell’avvio della Fase 2 di riapertura“.
Un protocollo innovativo che – vi è da auspicarsi – venga preso ad esempio dalle restanti regioni italiane al fine di non condannare un Paese al suicidio economico, offrendogli gli strumenti per ripartire con norme chiare e facilmente realizzabili, a partire da lunedì 18 maggio.
Un protocollo innovativo, quello dell’Emilia Romagna, rispettoso della situazione sanitaria, ma anche della libertà degli individui e dei diritti fondamentali della nostra Costituzione.
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1) In linea generale, il documento insiste sulla responsabilizzazione dei clienti nell’assunzione di comportamenti rispettosi delle misure di sicurezza, con indicazioni da parte degli esercenti tramite cartelli esplicativi e depliant in differenti lingue.
2) Sulla base di ciò, vengono rispettati e salvaguardati i diritti fondamentali degli individui a cui non sarà obbligatoriamente misurata la temperatura all’ingresso e soprattutto a cui non verrà chiesto di presentare alcuna autocertificazione, documento – tra l’altro – facilmente contraffabile. Non sarà infatti affare del ristoratore conoscere che tipo di relazione corra tra i commensali ma alla loro responsabilità e al buon senso.
3) Il distanziamento resta l’innovazione più logica e ragionata: non più i fantascientifici 4 mq tra ogni tavolo (proposta tragicomica che, per altro, non prendeva in considerazione le misure dei differenti tavoli), ma si sancisce che gli individui dovranno mantenere un metro di distanza tra loro, che può diminuire ovviamente tra persone appartenenti allo stesso nucleo famigliare.
4) Ovviamente, viene incentivato l’utilizzo delle aree esterne che – mai come ora – possono rappresentare una vera propria ispirazione su come sfruttare al meglio dehors, giardini e ambienti all’aperto.
5) Personale e dipendentidovranno essere dotati di specifici dispositivi di protezione individuale (Dpi), a partire dalle mascherine, essere informati sul loro uso e garantire una costante igiene delle mani mediante appositi prodotti. Su richiesta degli ospiti, a disposizione (gratuitamente o a pagamento) mascherine, guanti monouso e disinfettanti.
6) Le attività di sanificazione dovranno essere effettuate almeno due volte al giorno, con particolare riguardo a servizi igienici (ove saranno impediti assembramenti), maniglie, banchi, armadi, frigoriferi e Pos. La biancheria da tavolo va sostituita ad ogni cambio di cliente.
7) Largo al digitale, con l’adozione di menu digitali su dispositivi e sistemi di pagamento digitali (carte di credito, bancomat o i più sicuri smartwatch).
In ogni caso davanti alla cassa potranno essere collocate barriere di protezione in plexiglass.
8) Per evitare assembrambramenti, si suggerisce la creazione di due accessi (uno in entrata e uno in uscita) e gestire le prenotazioni attraverso contatto telefonico o email.
9) Rimane sconsigliato il servizio guardaroba, fornito solo quando sia possibile evitare il contatto tra gli abiti e gli altri oggetti personali.
10) Ovviamente saranno vietati i buffet e i servizi self service sino a data da destinarsi e per i bar vengono di base ricalcate le normative indicate per i ristoranti, incentivando i servizi take away e di delivery, e suggerendo di integrare un efficente sistema di segnalazione orizzontale.
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Inutile negare lche ogni intervento non potrà non incidere sul costo del piatto ma una soluzione come quella adottata della Regione Emilia Romagna con il suo Protocollo Innovativo lascia ben sperare su quanto esistano ancora menti brillanti nel sistema governativo italiano.
Foto archivio Mangiare da Dio.
In copertina: Ristorante Inkiostro – Parma
Le immagini dei piatti sono dello Chef Terry Giacomello del Ristorante Inkiostro di Parma
Foto Smartwatch per gentile concessione di Garmin