Oltre i comuni stereotipi.
Oltre le abitudini.
Oltre le convenzioni.
È proprio “oltre” che si deve infatti puntare per mantenere un prodotto della tradizione, sempre attuale e proiettato verso una continua evoluzione. Assunto perfettamente recepito dall’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino che, coerentemente al periodo dedicato al Vinitaly e ai protagonisti del Settore, conferma la volontà di mostrare la versatilità di un prodotto esemplare del territorio italiano e, mano a mano, sempre più conosciuto e apprezzato anche all’estero.
La Grappa del Trentino, quella prodotta esclusivamente con vinacce del Territorio, tutelata e disciplinata rigidamente dall’Istituto Tutela della Grappa del Trentino. Un Istituto nato nel 1960 e che oggi conta 28 soci dei quali 21 distillatori, rappresentanti della quasi totalità della produzione trentina. Una produzione che, oltre a valorizzare il prodotto e ad accelerare l’economia di riferimento, rappresenta oggi un settore di vero interesse per i più giovani. Basti pensare che nonostante la storia addirittura centenaria di alcune distillerie del Territorio, i dati che spiccano sono quelli relativi al ricambio generazionale: oltre il 70% delle distillerie infatti ha al suo interno un familiare sotto i quarant’anni di età e nella maggior parte dei casi l’inserimento dei giovani è di carica dirigenziali.
Un dato confermato da alcune scelte, tra cui quella di lanciare all’edizione 2018 del Vinitaly l’idea di proporre la Grappa Trentina IGP come base di Cocktail moderni, strizzando l’occhio alle più recenti tendenze – non solo legate ai Cocktail bar – ma anche ai ristoranti più lungimiranti che tra le formule di food-pairing per pasteggiare, propongono sempre più costantemente quella in abbinamento ai miscelati.
Ed è per parlare di “novità” che Beppe Bertagnoli, dell’omonima distilleria e Presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino ci attende per un appuntamento gastronomico nel favoloso ristorante Tre Stelle Michelin Da Vittorio, per proseguire in una tradizione testata e ormai consolidata, ovvero quella di “unire in matrimonio” il celeberrimo distillato con il gusto dell’Alta Cucina.
Un “matrimonio” affidato e celebrato solennemente dalla Famiglia Cerea che attraverso una serie di corse spesso accompagnate provocatoriamente da pregiate acquaviti trentine, hanno saputo raccontare a storia di un’incontro di due grandi eccellenze italiane.
Il percorso, aperto con alcune tra le più classiche Amuse-bouche del tristellato ovvero un’Acciuga del Cantabrico, nocciole, salsa tonnata e crostone di pane e le Ciliegie primavera – terrina di foie gras e cacao, ricoperta da una glassa di ciliegia – ha proseguito con un’indimenticabile Spaghetto di tonno qualità Belfago, crema di Bagna Caoda e crumble di pistacchio. Golosa la Triglia alla salamandra, cipolle rosse, radicchio tardivo e formaggio primo-sale alla griglia e lussuriosa la Coda di scampo, riccioli di fois gras, zucca, zenzero e fondo di melograno, piatto degustato in abbinamento a una grappa di Noseolo.
Applausi per il protagonista principale della degustazione ovvero un Risotto con pancia di maiale affumicata e salsa alla Grappa, piatto in cui la graffiata dei Cerea e del fido Paolo Rota confermano la versatilità di questa “bevanda spiritosa” in cucina.
Eccellente la sorpresa del Rombo in casöeula, secondo piatto di grande equilibrio e delicatezza.
Chiusura affidata alla dolcezza della pasticceria della Famiglia Cerea, rinomata in tutto il mondo e che ci dimostra che, attraverso le idee, la tradizione non potrà mai scomparire!