Qualcuno un tempo disse: “Che vinca il migliore!!!”
Beh, è evidente che per asserire una simile affermazione, quel qualcuno non avesse mai seguito una sola edizione di MasterChef Italia!
MasterChef, il programma televisivo che ha cambiato il modo di cucinare: quello che ha mostrato anche alla Signora Maria come preparare un’omelette e che ha coniato termini entrati di diritto nel Devoto Oli come “mappazzone”; quello che ha insegnato che il bello è anche buono e che ha aggiunto al vocabolario di ciascuno termini come impiattamento, croccantezza, sapidità, senza necessariamente comprenderne il senso; quello che ha portato alla conoscenza dei più, personaggi come Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo, Iginio Massari, pur non avendone mai assaggiato una sola creazione. E quello che, soprattutto, ha trasformato ogni telespettatore divanato, in critico gastronomico.
MasterChef che, dopo sette edizioni, l’abbandono di Cracco e l’appena conclusa profonda “crisi del settimo anno”, prova a estrarre il coniglio dal cilindro, e a calare l’Asso. E lo fa chiamando a rapporto sedici ex partecipanti – a detta della produzione – “meritevoli di una seconda chance”.
MasterChef All Stars. Ovvero il meglio del meglio.
MasterChef All Stars. Ovvero la possibilità di un programma di rifarsi di tutti i Vaffa presi per alcune precedenti proclamazioni, non sempre condivise dal popolo del web.
MasterChef All Stars. Ovvero, una marca di scarpa divenuta titolo di un programma di cucina, solo per il piacere si sentirlo sbiascicare con la tipica cadenza emiliana dall’ormai giudice a tempo pieno, Bruno Barbieri.
Così, tra pastasciutte frullate, panini gourmet, piatti improbabili in esterne francesi, e crisi di nervi pseudo-femministe, va ora in onda la prima edizione di Masterchef All Stars Italia!!!
A poche ore dalla semifinale, sono cinque i concorrenti sopravvissuti alla mannaia dell’accoppiata di giudici Barbieri/Cannavacciuolo che, di puntata in puntata, hanno contato sulla collaborazione di altri colleghi quali Joe Bastianich, Antonia Klugmann, Iginio Massari e Giorgio Locatelli.
DANNY D’ANNIBALE – 1° edizione:
è il 2011 quando, in occasione della primissima edizione italiana di MasterChef – seguita probabilmente da sei esperti di settore e quattro gatti randagi, fa la sua apparizione un giovane studente di ingegneria che – mentre gli altri concorrenti si esercitano con carbonare e amatriciane – sorprende attraverso la propria visione internazionale di finedining. Lui è Danny, probabilmente il primo vero MasterChef d’Italia, e torna a MasterChef All Stars mostrando quanto effettivamente gli sia affine il concetto di Alta Cucina contemporanea: quasi mai piatti “paraculi” (fatta eccezione per un aragosta che gli abboniamo, vista la difficile prova dell’assenzio), preferendo lumache, cuore, creste di gallo, radici ed elementi non sempre facili, e mostrando così una versilità a 360°. Campione indiscusso di posa plastica nel Confessionale, assume posture da piacione a tre quarti, che manco Lilli Gruber!
Replica un piatto dello Chef Davide Scabin alla perfezione, pronuncia il nome di Norbert Niederkofler con sicuro fare teutonico e, con buona probabilità, si assicura il podio tra i concorrenti più convincenti di questa edizione.
VOTO: 10
MARADONA YOUSSEF – 5° edizione:
Maradona è bravo. Un po’ perché può contare su quella poliedricità culturale tipica delle contaminazioni; un po’ perché, si vede, è un gran lavoratore. Ed è bravo nonostante l’anno trascorso al Fourghetti! Molto sicuro di sé, sa anche emozionarsi. Come sa, di tanto in tanto, tirare frecciate ai compagni, e fare lo splendido mentre i poveri Danny, Rubina e Alida assaggiano cibi bendati e sputacchiano tuorli d’uovo molicci. Ma, lo ripetiamo, è innegabilmente bravo e probabilmente lo vedremo in finale.
VOTO: 9
MICHELE CANNISTRARO – 3° edizione:
Il Cannibale, ormai chef a tempo pieno, entra e capisce subito come conquistare il palato dei giudici che, sin dal primo istante, ne elogiano con evidente trasporto i risultati. Mantiene un andamento più o meno positivo e costante per tutta l’edizione, aggiudicandosi alcune prove e riuscendo a portare a casa persino una vittoria in esterna dal clima irreale. Difficile immaginare una finale senza la sua presenza.
VOTO: 9
RUBINA ROVINI – 5° edizione:
Rubina, ovvero la concorrente più amata dal pubblico di tutte e sette le edizioni di MasterChef Italia. E solo per questo parte un “10”. Un voto che ha il sapore di riscatto da un’ingiusta e troppo prematura eliminazione. Lei che di strada ne ha fatta davvero tanta e che ha saputo disegnare un’importante percorso di imprenditorialità femminile e crescente professionalità. Chef e docente, entra nella classe di MasterChef All Stars con una partenza in sordina. Cannavacciulo, a cui piace tanto la “cazzimma”, la scuote e la sbatocchia, sino a quando si sveglia come Jon Snow in Game of Thrones, tira fuori palle e non solo! Nella prova in esterna al ristorante tristellato Rosa Alpina, lo Chef Norbert Niederkofler la proclama la migliore. E come dico ogni anno, l’unica vera vittoria che conta a Masterchef è poi questa! Bella, brava, spiritosa e con due attibuti così, è l’esempio femminile che noi Donne vogliamo come riferimento!
VOTO: 10
SIMONE FINETTI – 4° edizione:
Ogni edizione di MasterChef esige che in batteria figuri uno gnocco. Chi dunque meglio del giovane ex-elettricista emiliano e oggi chef al mercato ittico di Chioggia, a rappresentare la categoria del “mejo der mejo”?!? Bello, giovane e soprattutto preparato e simpatico, Simone sembra mantenere una qualità costante, con una lieve battuta d’arresto ove si tratta di dedicarsi al dessert. Si diverte a spacciare erbe amare tra i concorrenti e l’esperienza nel corso della quinta puntata a fianco di Federico Stefanini – lo “scienziato pazzo” della I edizione di Masterchef – lo fa uscire di testa a tal punto da dire di aver messo un pezzo della nonna nei suoi ravioli. Ma ci fidiamo della sua cucina e siamo certi della loro bontà!
VOTO: 9
Per quanto concerne, gli altri concorrenti, li riportiamo in ordine di eliminazione decrescente:
IVAN IURATO – 2° edizione:
Premio speciale per umiltà e sensibilità che, a distanza di anni, sono cresciuti insieme a lui. E siccome in cucina l’ingrediente più importante è l’umiltà, lui non può che fare grandi piatti. Confonde il cuore col rognone ma, con questi presupposti, glielo perdoniamo. Perché “la gentilezza è l’arma dei più forti”.
VOTO: 9
F-ALIDA GOTTA – 5° edizione:
Esce dalla scorsa edizione come una delle concorrenti più detestate e insultate dal web e torna per il riscatto definitivo. Peccato che si scordi di munirsi di empatia e umiltà che le permetterebbero di dare forma a un’idea che, nel suo profondo e con le giuste misure, potrebbe davvero trasformarsi in qualcosa di valido.
Parla di rinascita, di una cucina (la sua) che deve essere capita, senza considerare che un piatto concettuale può essere tale solo per chi lo cucina, non per chi lo assaggia. Sennò, non è un piatto!
Nel corso della sua permanenza il piatto migliore glielo cucina Danny e chiude la sua infelice esperienza a Masterchef con una vicenda davvero “non catalogabile”, su cui però ci sembra scorretto infierire.
La buona notizia è che quantomeno non piange più!
VOTO: NON CATALOGABILE
MAURIZIO ROSAZZA PRIN – 2° edizione:
E’ proprio vero che, più le aspettative sono alte, più dolorosa è la delusione! Maurizio, ovvero il nostro concorrente del cuore, di tutte le edizioni. Il secondo posto più ingiusto della storia di Masterchef!
Ma qualcosa, in questi anni, sembra essere andato storto e Maurizio non sembra più lo stesso. In ogni caso, “buca la biosfera”, intrattiene con momenti di folle comicità e risolve il problema della sudorazione con un’elegantissima bandana. Prepara un panino in cui mette dentro ottantasette ingredienti, o forse più. E allo Chef Uliassi piace poco. Però ha culo, e buttano fuori Almo che segue di lì a poco grazie un tataki immaginario. Peccato.
VOTO: 6,5
ALBERTO MENINO – 7° edizione:
All’età di 23 anni si autoproclama “il Re dei risotti”, decide che Ivan non è degno di stare nella cucina di MasterChef All Star e vive con quell’intima sensazione di essere chiamato tra i migliori, sin dalla prima puntata. Sentenzia che “avrebbe dovuto vincere la settima edizione di MasterChef e che Antonia Klugman si è sbagliata”. Cannavacciuolo lo invita affettuosamente a non fare il paraculo con chi ha più esperienza di lui e, in occasione della prova in esterna nelle Saline della Camargue, i compagni di squadra non gli perdonano l’atteggiamento che lo condanna all’eliminazione. Ma è giovane e sembra fare dei panini gourmet da urlo a cui manca solo un ingrediente: l’umiltà.
VOTO: 7
ALMO BIBOLOTTI – 3° edizione:
Ma quanto è bello ricredersi! Da cuoco barocco, sovrastrutturato e opulento torna a MasterChef All Stars con una cucina attuale, audace e coraggiosa. Il suo Spaghetto all’Assassina è graffiante e potrebbe tranquillamente figurare in una carta di un ristorante stellato dei più moderni. Il Taco di pasta è spaziale e trafigge il cuore della chef Viviana Varese. Purtroppo, scivola su una trippa di baccalà e ci lascia prematuramente orfani di una figura garbata e capace.
VOTO: 9
(LA) PAOLA GALLONI – 2° edizione:
Mito indiscusso della sua edizione e non solo, La Galloni accende i riflettori sul proprio show che, aimé, dura troppo poco e la vuole fuori già al secondo episodio. Incompresa dai giudici e bullizzata da Barbieri che, come sempre e per natura infierisce contro le belle gnocche, arriva ad accantonare le sue tartare e a “fottere il sistema” friggendo una lasagna. Ma purtroppo sembra non bastare e viene sacrificata in una puntata in cui il tema era quello di massacrare il simbolo della cucina italiana: la pasta.
VOTO: 8
ANNA LUPI – 1° edizione;
DARIO BARUFFA – 5° edizione;
DAIANA CECCONI – 2° edizione;
LOREDANA MARTORI – 6° edizione;
MARIKA ELEFANTE – 2° edizione.
Non ci lasciano neppure il tempo materiale di (ri)affezionarci a uno degli ex concorrenti che i tre giudici, lapidari, li additano come non degni di entrare della cucina di MasterChef All Stars. Ma solo dopo essersi sbaffati i loro piatti!
Naturalmente, ogni concorrente per trovarsi a MasterChef All Stars Italia, è un concorrente di talento.
In taluni casi giovane, ma di talento.
E che – vinca o meno il migliore – è solo televisione, da prendere con la giusta leggera ironia.
La vita e le cucine sono fuori.
In bocca al lupo a tutti!
Photo credits masterchef.sky.it, © Lucio Elio, Noemi Belotti