A Vietri sul Mare, in località Fuenti, sorge un luogo che per bellezza e geometria rievoca quelli che furono i Giardini Pensili di Babilonia – edificati nel 590 a.C dal re Nabucodonosor II e passati alla storia come una delle sette meraviglie del mondo antico.
Ispirazione potente che ci consegna i Giardini del Fuenti, una perla incastonata nella bellezza della Costiera Amalfitana, sospesa sul Mar Mediterraneo e capace di innalzarsi per circa duecento metri dal livello del mare.
> Scopri l’offerta completa dei Giardini del Fuenti
Oltre duecento metri di verticale magnificenza, custode di un’oasi di pace, cinta da quattro terrazzamenti rivestiti di verde vegetazione, in cui primeggiano lussureggianti filari di Fiano e un orto rigoglioso in cui vegetali e botaniche celebrano il miracolo della natura.
In questo contesto la famiglia De Flammineis (oggi rappresentata da Alessandra e dal fratello Pierpaolo) ha costruito un progetto speciale, sorto dalle “ceneri” dello storico Amalfitana Hotel – albergo che sino agli anni ottanta ha rappresentato l’avanguardia dell’ospitalità costiera – e che nel 2019 ha visto nascere uno spazio capace di recuperare le radici storiche e identitarie del sito, accogliere i propri ospiti in un contesto esclusivo e promuovere territorio e turismo di qualità.
Nella moltitudine dei servizi offerti dai Giardini del Fuenti spicca il progetto del Limoneto, ristorante fineding ubicato sotto il rigoglioso pergolato di piante di limone affacciato sulla terrazza pensile. Una collocazione che rievoca come alla fine del XIX secolo l’area del Fuenti fosse un verde promontorio, sul quale venivano coltivati limoni, arance, mandarini, olive, uva.
Alla guida del ristorante Limoneto lo chef Michele De Blasio, nato a Sarno – zona del salernitano vocata alla produzione del pomodoro – e trentaquattrenne con alle spalle un bagaglio professionale di grande rilievo. Tutto ha inizio a soli nove anni come pasticcere, per poi intraprendere gli studi alberghieri e successivamente quelli universitari di Economia Aziendale (che lascia in sospeso con un solo esame non dato). Inizia la sua carriera prima al fianco del grande Riccardo Camanini e poi con il bistellato Alfonso Iaccarino, per poi specializzarsi alla corte dei fratelli Pourcel, Alain Ducasse, Pierre Gagnaire, Arzak, Rasmus Kofoed. Fondamentale l’esperienza come secondo di Pino Lavarra al Ritz Carlton di Hong Kong, la cui stima lo conduce nel 2019 alla guida delle cucine dei Giardini del Fuenti, in qualità di Executive chef.
Qui a giugno del 2021 prende forma il ristorante gourmet Limoneto, una sorta di temporary restaurant che accompagnerà le serate dei Giardini del Fuenti sino a quella che sarà l’apertura definitiva del Volta, ristorante fine-dining permanete la cui apertura è prevista per marzo dell’anno a venire.
Un prologo dunque, che introduce un talento speciale, raccontando di una cucina caratterizzata da una sperimentazione costante, perfettamente focalizzata e indiscutibilmente centrata sull’originalità del gusto. Obiettivo non semplice quello dello chef De Blasio, colto però al millimetro grazie a un totale padreggiamento della tecnica e della maniacale attenzione all’equilibrio dei sapori. Una cucina naturale e fresca, non semplicemente manifestata attraverso l’utilizzo di materia prima di inequivocabile eccellenza, ma sviluppata intorno un pensiero legato alla sensorialità del gusto in cui acidità, amaricante e speziato possano armonizzarsi al punto da rendere quasi superfluo l’aggiunta di grassi, zucchero o sale nei piatti.
Straordinario lo studio intorno alle fermentazioni che Michele De Blasio realizza su vegetali, frutta, aromatiche o radici con basi di acqua e zucchero o acqua cetica, dando vita a maturazioni complete dai quattro mesi all’anno, al fine di ottenere aceti biologici e trasversali.
Non è casuale che uno dei due menù degustazione porti il nome di Origini, concetto interpretato dallo chef come rispetto del concetto stesso di originalità. Dell’alimento, certamente, ma anche della sua esecuzione: prendiamo il caso dei Gamberi di Crapolla che, partendo dall’ispirazione di una Cesar Salad, strizzano l’occhio alla Costiera accostando lattughino, una maionese d’alici di Cetara, dei pomodori semi-dry ottenuti con aceto di pomodoro, cipollotto nocerino grigliato sottaceto.
Applausi per il Risotto Napoletano, una licenza tutta partenopea in cui una pasta secca di piccolo formato emula il tipico cereale della Lomellina, traendo ispirazione dalla golosità del godereccio pane, burro e alici, e consegnandoci così un piatto destinato a divenire signature memorabile del ristorante dei Giardini del Fuenti. Le Alici fresche – ovviamente della confinante Cetara – vengono coperte dal calore del “risotto” mantecato con burro giallo e colatura di alici, per poi chiudere con essenza di bergamotto e polvere di alga. Un piatto epocale, rotondo e avvolgente che sintetizza in sé la filosofia del gusto tanto ricercata da De Blasio, in cui acido, amaro e speziato di armonizzano a ogni assaggio.
Piacione il Tagliolino in rosa, realizzato con semola Senatore Cappelli 30 tuorli per chilo, mantecato con granchio e perfezionato con scorza di limone ed estratto di pomodoro datterino. Piatto buono in cui la finitura con tartufo estivo è per lo più accessorio e in cui prevale la gradevole dolcezza.
Sorprendente il Tonno, a cui viene riservata attenzione maniacale – come giustamente merita il Re di Cetara – e che reinventa una materia ormai troppo spesso presentata in maniera banale o scontata partendo dall’ispirazione del tonno in conserva: il pesce viene cotto in salamoia con foglie di mirto, servito con germogli e con una maionese realizzata senza uova ma lasciando stracuocere la ventresca del tonno e le lische poi montate in una salsa cremosa; eccellente la salsa di peperoni, ottenuta arrostendo all’Hibachi i peperoni, il cui succo viene unito all’artemisia, regalando sentori balsamici e ricreando l’ascensore di gusto e piacere tanto caro a De Blasio.
Persino la nota dolce ricalca la filosofia di cucina dei Giardini del Fuenti, che con Nocciola propone una variazione sul tema con protagonista il celeberrimo frutto di Giffoni declinato in bavarese, cremoso e streusel salato – accompagnati da una copertura di cioccolato, amaro d’erbe e foglia d’oro.
Il servizio di sala – giovane, scattante e brioso – è coordinato dal Restaurant Manager Aldo Berti che, dopo esperienze blasonate tra cui quelle alla corte di Heinz Beck e Bruno Barbieri, approda nel 2021 ai Giardini del Fuenti per cui dirige tutti i servizi ristorativi.
Tra i plus da annoverare, la posizione strategica a pochi chilometri dall’autostrada e l’ampio parcheggio con 200 posti auto.
photo credits © Lucio Elio
leggi il copyright