Un tuffo tra Storia e Bellezza.
Sì, una Bellezza con la “B” maiuscola poiché è esattamente ciò a cui bisogna aprirsi poco prima di intraprendere la mastodontica scalinata che conduce a Palazzo Vecchio Taormina, splendido luxury Boutique hotel 5 stelle situato nel cuore dell’omonima cittadina siciliana ed eretto su una cinta muraria risalente al sedicesimo secolo.
E poi la Storia, dicevamo: quella di una dimora senza tempo, sorta su quelli che furono in epoca tardo-medioevale i giardini dell’adiacente Villa Ciampoli e che solo nel XIX secolo si trasformò in un elegante e signorile albergo capace di manterere lo stile e le suggestioni gotico-catalano-moresche tipiche delle bellezze architettoniche taorminesi, tanto amate dall’aristocrazia europea all’epoca del Grand Tour.
Un albergo che solo a partire dagli anni venti del secolo scorso adotta il nome di Palazzo Vecchio, e che oggi ritrova lustro grazie a un progetto di altissimo profilo voluto e reso possibile dall’iniziativa del suo proprietario e Managing Director, Stefano Gegnacorsi.
Nato a Roma nel 1964, Gegnacorsi sceglie di scommettere su questo ambizioso progetto quando nel 2023 decide di riscattare e rilanciare Palazzo Vecchio Taormina. E lo fa grazie a una pluriennale esperienza maturata in oltre quarant’anni di carriera nel settore alberghiero in Italia e all’estero che, a partire dal 2014, lo porta in terra siciliana quando il Gruppo Belmond lo vuole come direttore per le sue due strutture taorminesi: ed è senza dubbio questo l’istante in cui Stefano Gegnacorsi inizia a innamorarsi della Sicilia, della sua gente, del suoi sapori e della proverbiale ospitalità.
Un innamoramento tale per quella splendida Perla del Mediterraneo che lo porta a maturare l’abizioso progetto di dare forma non semplicemente a una nuova pietra miliare per l’ospitalità di lusso a Taormina, ma un luogo che ne supportasse l’accessibilità e la scoperta durante tutto il corso dell’anno, o quasi: un hotel aperto dal mese di marzo ai primi di gennaio, capace di farsi portavoce di una nuova formula di ospitalità, non ancora sperimentata in terra sicula.
E lo fa non semplicemente dando alla luce nel 2024 a un meraviglioso boutique hotel 5 stelle nel cuore di Taormina, ma portando con sé una squadra straordinaria – la stessa che lo aveva affiancato nella precedente esperienza del vicino Grand Hotel Timeo .
Le 12 luxury suite seguono lo stile di ogni angolo della struttura, pur regalando al viaggiagtore un giocoso stile poliedrico che muta di piano in piano, passando per quello neoclassico-contemporaneo al secondo , al barocco al terzo, al marocchino al quarto.
Il restyling delle stanze – ciascuna vista mare e dotata di ogni comfort – è stato in gran parte conservativo, a testimonianza della storia di questo edificio.
Molto eleganti i bagni dalle mille sfumature e realizzati in prezioso marmo e metalli pregiati, così come la Spa in stile ottomano con bagno turco, Jacuzzi per 6 persone, e area relax.
Qui, oltre al percorso benessere, vengono studiati e messi a punto trattamenti legati alle eccellenze territoriali, come l’olio extravergine siciliano a km zero, prodotto da una piccola realtà attraverso metodi ancestrali, il sale marino (con cui vengono effettuati gli scrub) o gli oli essenziali come il Neroli o gli agrumi siciliani; da segnalare anche i trattamenti all’olio di fico d’india e all’olio di cappero. Insomma, ogni prodotto che siamo soliti trovare sulle tavole siciliane, nell’area benessere di Palazzo Vecchio Taormina vengono studiati e impiegati per il benessere della persona.
Ogni dettaglio di Palazzo Vecchio Taormina fa prepotentemente rima con “Sicilia“, onorandola attraverso ogni suo aspetto. Primo fra tutti, ovviamente, quello gastronomico, nella triplice proposta volta a soddisfare ogni tipologia di richiesta – dal risveglio a sera.
Sia il bar che il ristorante situato all’interno dell’orangerie, mantengono un suggestivo stile coloniale, quale massima celebrazione delle atmosfere tipiche delle vecchie dimore taorminesi ottocentesche.
Il risotrante Monsù è intitolato a quei cuochi professionisti che lavoravano alla corte delle famiglie aristocratiche siciliane tra il XVIII e XIX secolo, e che ovviamente non potevano arrivare che dalla Francia; il temine stesso, infatti, per assonanza ed etimologia ci riporta al francese Monsieur e ci racconta di un’epoca grandiosa in cui la cucina del Regno delle Due Sicilie venne rivoluzionata attraverso la creazione di nuovi piatti che cambiarono lo stile di vita dell’aristocrazia meridionale.
A Palazzo Vecchio Taormina lo chef (o, ancor meglio, il Monsù) risponde al nome di Giuseppe Privitera, classe ’64 e siciliano purosangue.
Privitera che – a seguito di una lunga e importante carriera in qualità di Restaurant Manager e Somellier in alcuni dei più prestigiosi Hotel e ristoranti stellati d’Italia (tra i quali impossibile non menzionare Casa Grugno – prima Stella Michelin taorminese – il ristorante Otto Geling del già citato Grand Hotel Timeo, dove trascorre 16 anni, il Bellevue restaurant dell’hotel 5 stelle Metropole di Taormina, in cui Privitera ha un ruolo cruciale per l’assegnazione della Stella Michelin e un’importante passaggio alla Corte del Tre stelle Michelin Le Calandre), accetta una sfida che ha dell’incredibile: quella di assumere le redini delle cucine di Palazzo Vecchio Taormina, attraverso una proposta ristorativa coerente e di altissima qualità.
Una sfida vinta in ogni suo aspetto, grazie a una propensione innata nei confronti della cucina, guidata da passione, impegno e sensibilità infinita nei confronti della materia che portano Giuseppe Privitera a costruire un menù centrato sugli antichi sapori della cucina tipica siciliana traducendoli in piatti contemporanei, dall’estetica gourmet.
Un piatto su tutti, la Triglia ripiena con pangrattato, pane, capperi e prezzemolo su crema di Cucuzza longa – tipica zucchiuna siciliana, grazie cui lo Chef Privitera si distingue per esecuzione e tecnica.
A fianco del’Executive Chef Giuseppe Privitera, il Restaurant Manager Armando Bucceri e il sommelier Francesco Tizzone che – affiancati da una squadra vincente, animano le serate del ristorante Monsù esattamente come l’appuntamento dedicato alla colazione, durante il quale poter gustare una colazione dolce e salata fieramente siciliana, freschissima ed espressa in cui – imperdibili – le Uova del Gattopardo e la favolosa granita siciliana servita con panna e con la tipica brioscia con il tuppo.
Completa la proposta gastronomica il blue sky Taormina, un luogo aperto a tutti posizionato sulla Terrazza di Palazzo Vecchio Taormina tra le merlature del sugggestivo torrione e che, a partire dalle 18.00 accoglie i propri ospiti in una formula che va dall’aperitivo al tramonto al dopocena, in un’atmosfera davvero suggestiva, con una vista mozzafiato che spazia dal blu infinito tra cielo e Mar Ionio e una vista sulla maestosità dell’Etna impareggiabile.
Qui la Bar Manager Anna Grahek e la sua crew preparano cocktails e miscelati davvero identitari: non semplicemente “signature”, ma 100% siciliani con distillati autoctoni e frutta proveniente dalle coltivazioni limitrofe, tra cui quelle tropicali raccolte nei terreni vulcanici del Monte Etna.
Non è casuale che ogni cocktail in lista rievochi espressioni dialettali fortemente sicule, come ad esempio il “Ciuri ciuri”, realizzato con tequila siciliana, Amara – un liquore prodotto con le arance amare dell’Etna, sciroppo di rose home made e schiuma di melagrana; o ancora il “Caudu”, l’”Amunì”, il “Pupidda” e tanti altri.
photo credits © Lucio Elio
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