Premio Michelin Chef Donna 2019 a Martina Caruso del ristorante Signum di Salina
Isabella Potì, Martina Caruso, Antonia Klugmann, Maria Grazia Soncini.
Erano questi i nomi che da giorni serpeggiavano tra i bookmakers della ristorazione, in merito a chi si sarebbe potuta aggiudicare l’ambito Premio Michelin Chef Donna 2019, assegnato anche per questa edizione in occasione dell’Atelier des Grandes Dames Veuve Clicquot, associazione sorta nel 2016, con l’obiettivo di valorizzare il talento al femminile in cucina e soprattutto far sì che gli chef affermati diventino riferimenti delle giovani più promettenti.
Un premio che nelle due edizioni precedenti ha premiato prima Caterina Ceraudo del ristorante Dattilo, poi Fabrizia Meroi del ritorante Laite, e che quest’anno ha eletto quale Regina dell’Alta ristorazione italiana un esempio positivo come quello di Martina Caruso del ristorante Signum di Salina.
Un esempio che porta in sé valori importanti quali semplicità, famiglia, attaccamento alla propria Terra e il desiderio di esprimere tutta sé stessa e la propria passione all’interno della sua Cucina.
Classe ’89 e definita da molti esperti del settore come enfant prodige della ristorazione, Martina Caruso è proprietaria del Signum di Salina della cui gestione si occupa da sempre affiancata dalla sua famiglia. Inizia a lavorare giovanissima (seppur contro il volere del padre, che ben conosce i sacrifici necessari per questa professione), frequenta l’alberghiero, per poi intraprendere un percorso professionale in alcune grandi cucine italiane ed estere, per affinare la propria esperienza (Leggi il CV completo di MARTINA CARUSO). Nel 2016 ottiene la sua prima Stella Michelin e nello stesso anno cominciano a moltiplicarsi i riconoscimenti nei suoi confronti, dovuti a una crescita incessante che la portano sino all’ambito Premio Michelin Chef Donna 2019, motivato come segue:
Una cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali. Martina Caruso riceve il premio Michelin Chef Donna 2019 per la grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata.
Il premio è stato consegnato da Marco Do – Direttore della Comunicazione di Michelin Italia che, poco prima di aprire la fatidica busta “rosso-michelin”, ha tenuto a condividere alcuni dati statistici, secondo cui l’Italia primeggierebbe come Paese con più donne stellate al mondo: 41 ristoranti su un totale di 169 sparsi per il mondo. Purtroppo, varrebbe la pena ricordare che attualmente i ristoranti stellati italiani sono 367 e che dunque il confronto con la proporzione maschile mostra ancora un evidente gap. Ma l’evoluzione sembra non volersi placare.
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Il premio è stato assegnato nel corso di una serata organizzata al The Yard di Milano, coinvolgendo altre tre grandi protagoniste dell’Alta ristorazione italiana come Antonia Klugmann del ristorante L’Argine a Vencò, 1 Stella Michelin.
Katia Maccari de I Salotti del Patriarca, 1 stella Michelin.
E Solaika Marrocco del Primo Restaurant di Lecce.
Con esse, Carlo Boschi – Senior Brand Manager di Veuve Clicquot – ha saputo intrattenere un interessante dibattito in merito al “significato della femminilità nell’Alta Ristorazione in Italia”, generando più visioni colte – anche quest’anno – dall’obiettivo di alcuni grandi protagonisti della fotografia.
Lido Vannucchi, Francesca Brambilla/Serena Serrani, Andrea Moretti e Marco Varoli hanno saputo infatti raccontare attraverso ritratti suggestivi i tipici valori promossi dall’Atelier des Grandes Dames, cercando di fare emergere e rappresentare il significato della femminilità in cucina di queste quattro grandi protagoniste dell’Alta Cucina.
La stessa femminilità di Barbe-Nicole Ponsardin, quella Madame Clicquot che – oltre duecento anni fa e a soli 27 anni – prese le redini dell’azienda di famiglia, conquistando un posto d’onore nella storia.
Una storia che, di giorno in giorno, le Madame Chef non smettono di onorare.
Photo credits Lido Vannucchi,Brambilla/Serrani, Andrea Moretti e Marco Varoli