In Franciacorta vi è un luogo davvero speciale. Un Agriturismo dove non ci si limita a favorire la nascita di prodotti di grande eccellenza e a trasformarli grazie alle attività condotte in esso. Alla Cascina Clarabella si va oltre e si innesca un’esperienza di solidarietà e cooperazione, in cui l’uomo ritrova i tratti tipici della saggezza contadina, promuovendo con successo un percorso di attenzione e assistenza nei confronti di persone con disabilità psichiche e fisiche che, attraverso l’integrazione e il lavoro, si dedicano al proprio territorio mediante la cura di coltivazioni biologiche, preservandone la cultura e sviluppando progetti di accoglienza turistica per diffonderne la conoscenza.
Cascina Clarabella è un progetto che unisce e include, e che rievoca le sue origini nei lontani anni ottanta, grazie alla collaborazione con l’ospedale Mellini di Chiari che a quel tempo si occupava della cura delle persone afflitte da disagio mentale che – grazie alla Legge 180 (a tutti nota come Legge Basaglia) uscivano dai manicomi per essere reintegrati e poter intessere rapporti con la Società e il mondo: un momento storico di grande importanza che trasformò i malati da cose a persone e che, mettendo in discussione istituzioni e metodi preesistenti, aprivano la società a una nuova consapevolezza. Progetto che cresce e si evolve nel 2002, quando Cascina Clarabella diviene Onlus e prosegue in maniera più strutturata il suo progetto, con l’obiettivo di integrare e avviare al lavoro persone con disagio psichico e contemporaneamente favorire la qualificazione del Territorio, dal punto di vista agri-turistico.
“La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione”
(Franco Basaglia)
Situata nell’incantevole area rurale di “Ca’ de Pole” a Iseo, Cascina Clarabella porta oggi avanti con successo un progetto virtuoso di inserimento lavorativo. A oggi, sono ventidue le persone assunte in Cascina, di cui la metà affette da disagio mentale.
In un ambiente socialmente vivo e stimolante, i ragazzi vengono avviati e introdotti al mondo lavorativo rurale, a seconda delle loro peculiarità e le loro predisposizioni: chi più adeguato al lavoro dei campi, ad esempio, segue le coltivazioni dell’orto o delle vigne in cui vengono coltivate le uve Chardonnay, indispensabili alla produzione del celeberrimo Franciacorta DOCG, che alla Cascina Clarabella viene realizzato secondo metodo biologico e rigido il disciplinare.
Cura e attenzione che prosegue nelle cantine, in cui avviene l’imbottigliamento delle sei etichette prodotte che – nel caso del Clarabella Franciacorta Brut 2010 DOCG – ha valso la menzione come Vino Slow dalla guida Slow Wine 2014.
E qui, in cantina, troviamo un’altra tipologia di persone – quelle che magari preferiscono lavorare in ambienti tranquilli, svolgendo operazioni e gesti ripetitivi e rassicuranti.
Oltre alla produzione vitivinicola, Cascina Clarabella realizza anche olio d’oliva extravergine e miele, articoli che – possono essere acquistati e utilizzati come bomboniere solidali o degustati all’interno di Centottanta, il ristorante della Cascina che – nato nell’aprile 2016, propone una cucina buona, sana fine e ricercata.
Il Ristorante Centottanta offre una cucina che poggia fermamente la sua filosofia sul concetto di biologico e territorio amico, ma che prende abilmente le distanze dalla classica cucina agritutistica votata per lo più dei casi alla quantità, allontanandosi così da ciò che i piatti dovrebbero sintetizzare, nel raccontare la propria storia e la propria essenza.
Centottanta, luogo che trae il nome dalla celebre Legge Basaglia – che nel 1978 rivoluzionò il modo di rapportarsi con le persone considerate “diverse”.
Relazione che Cascina Clarabella promuove tutt’oggi, anche nelle sue cucine, in cui lavorano con passione professionisti affiancati dai preziosi ragazzi appartenenti alla Cooperativa e in cui vengono creati piatti puliti, sinceri e dall’approccio goloso.
Piatti che possono esplorare un percorso legato alla stagione, come nel caso degli Asparagi, proposti con pancetta e parmigiano soffiato.
O del golosissimo primo piatto, un riso carnaroli, servito con asparagi, stracchino di Vigolo e riduzione di aceto balsamico.
Percorso che prosegue con le carni, nello specifico un controfiletto di vitello, asparago viola, maionese affumicata e olio extravergine, ovviamente della Cascina.
E che si interrompe col dessert, una tortina di grano saraceno con composta di fragole e rabarbaro, e crema alla vaniglia.
Una cucina che ritrova il buon gusto e che si inserisce alla perfezione in un progetto in cui la parola d’ordine sembra essere “Rispetto”.
Rispetto per i sapori.
Rispetto per la natura.
Rispetto per le persone.
Rispetto della Vita.
Reportage photo credits © Lucio Elio