Sul Lago di Garda vi è un ristorante in cui si narra una storia speciale.
Una storia declinata al femminile che racconta di infinita bellezza, umanità e grande forza.
Una forza che, generalmente, solo una Donna può avere.
Bene. Ora immaginate se le Donne fossero due.
Due Donne caratterialmente diverse e appartenenti a due generazioni differenti; due temperamenti dissimili ma lo stesso sangue e tanti valori in comune. Come comune è l’obiettivo, ovvero quello di accogliere al meglio una clientela che da decenni sceglie questo luogo non semplicemente per gustare dell’ottimo cibo, ma per immergersi in un clima familiare in cui emozioni, raffinata armonia e infinita delicatezza si intrecciano creando un’atmosfera capace di trasmettere esattamente questo tipo di calore.
Siamo a Manerba del Garda al ristorante Capriccio, Tempio della ristorazione del Territorio da oltre mezzo secolo e Stella Michelin dal 1999, sancendo in tal senso il proprio primato quale “stella più longeva” della costa bresciana del Garda.
Il Capriccio, un ristorante che affonda le proprie radici in una radicata tradizione familiare e che oggi ha i volti e i nomi di due donne speciali, ovvero Giuliana Germiniasi e Francesca Tassi.
Madre e Figlia.
Chef e Maître.
Giuliana e Francesca, ovvero le ultime rappresentanti in ordine di tempo di una saga familiare che si affaccia nel mondo della ristorazione gardesana a metà degli anni sessanta e che, in maniera del tutto pionieristica, introduce un concetto di cucina nuovo per il proprio territorio: quello mediterraneo.
Scelta audace ma vincente che delinea mano a mano un progetto destinato a fare scuola e a connotare un’identità sempre più a focus. Un progetto familiare, dicevamo che – sin dall’inizio degli anni ottanta – vuole Giuliana a fianco del marito Giancarlo Tassi in Sala, mentre la mamma di lei è in cucina a occuparsi quotidianamente della linea.
Poi la svolta, quando Giuliana Germiniasi, non pienamente appagata dalla qualità della pasticceria della Carta, sceglie di entrare in cucina e portare la bontà dei desset, al pari di quella della cucina. E lo fa con professionalità e convinzione, dedicandosi allo studio, intraprendendo un’incessante sperimentazione e affiancando alcuni dei massimi Mastri Pasticceri italiani, tra cui il grande Gianluca Fusto.
Il risultato è immediato e naturale e Giuliana si rivela un talento tale nella pasticceria (assaggiare un suo dolce, ancora oggi, è d’obbligo!) da farle infine accettare, dopo un’iniziale diffidenza, la proposta della madre di fermarsi definitivamente in cucina.
Da questo momento la crescita è inarrestabile, grazie alla proposta di una cucina di chiara impronta mediterranea e a una Sala diretta magistralmente dal marito Giancarlo: nel 1999 il Capriccio conquista la prima Stella Michelin, consacrando Giuliana Germiniasi come la prima e unica (ancora oggi) donna stellata del Lago di Garda.
Purtroppo, nel 2009 Giancarlo viene improvvisamente a mancare, spezzando un equilibrio e un’armonia che sembravano essere alla base del succeso del ristorante Capriccio. Ma, in un momento di grande dolore Giuliana comprende che l’unico modo per onorare il ricordo del marito e mantenere quanto costruito, sia reagire. Cosa che fa mettendo in Sala, l’allora appena diciannovenne, figlia Francesca.
“Ero terrorizzata” – confessa Francesca – “avevo appena concluso la maturità e il mio progetto era quello di iscrivermi a Giurisprudenza per divenire avvocato penalista. Ma compresi quanto la mamma avesse bisogno di una persona di famiglia che portasse avanti la Sala. Quindi, misi da parte le mie aspirazioni e la mia timidezza e fronteggiai un ruolo che inizialmente non sentivo mio. Giorno per giorno, ho imparato ad amare la professione di cui papà è stato per me un grandissimo esempio, plasmandola con la mia personalissima impronta”.
Oggi il ristorante Capriccio è l’esempio di una solida storia di imprenditoria al femminile, in cui il tocco di Giuliana Germiniasi e di Francesca Tassi è evidente in ogni sfumatura del ristorante.
A partire dai piatti, in cui tornano sia la ricerca di gusto e materia da parte di Giuliana, sia quella estetica e di design curata da Francesca che – non accontentandosi di una mise en place standardizzata o a tratti banale – osa e parte alla ricerca di artisti, elementi materici e dettagli che possano sottolineare l’unicità della proposta della Chef Germiniasi. Divertenti ed evocative le amuse-bouche, dal Bigné di polpo glassato alla mela cotogna, ai Talos con latte cagliato, che precedono con gusto raffinato gli antipasti: iteressante la variazione di Alici (panate le une, e marinate e ripiene di pan brioche le altre), accompagnata da una crema di limoni del Garda, e dalla friabilità di una meringa all’origano; delicata la Tartar di salmone marinato, mela e wasabi. La Coda di rospo con cipolle caramellate al mascarpone, fondo di peperoni, zabaione salato e polvere di cipolla invece, è un piatto godurioso e a tratti adrenalinico, dalla struttura ben pensata e dalla corretta stratificazione di gusto, capace di lasciare un piacevole ricordo in bocca e nel cuore.
Nei primi, ricchi e sontuosi, domina più che mai il mare, ed è bello lasciarli narrare da Francesca che – con atteggiamento sempre intimo e personale – racconta con grande coinvolgimento i piatti della mamma: gli Spaghetti alla chitarra lavanda e rosmarino, gamberi rossi e burrata di bufala, sono un bell’esercizio di equilibrio e tecnica, soprattutto per quanto concerne la realizzazione della pasta fresca, impastata con un infuso di queste due piante officinali (provenienti dall’orto del Capriccio) e poi arricchita con la dolcezza dei gamberi rossi di sicilia e la cremosità della burrata.
Picchi spasmodici di piacere per il Risotto allo Champagne con gamberi rossi di Sicilia, bottarga di caviale e oro, piatto certamente più classico e meno sperimentale del precedente, ma capace di emozionare attraverso i giusti contrasti di sapori e temperature, e una texture davvero impeccabile.
In un ristorante celebre per il pesce di mare, immancabile la Zuppetta di pesci, ovviamente interpretata in perfetto Capriccio-style: sgombro, ricciola, gallinella e triglia vengono serviti in una calda e avvolgente salsa in cui emergono l’acidità del pomodoro e le note orientali dello zenzero. Un piatto che non disdegna sovrastrutture e opulenze, presentandosi in una cornice in cui anche l’aspetto olfattivo ha la sua importanza e che chiude un vero e proprio Girone dei Golosi con crostini di pane integrale, cannoli di crudités e burro ai crostacei.
I dolci, prologo ormai noto a cui dobbiamo l’avvio alla carriera di Chef di Giuliana Germiniasi, chiudono l’esperienza in maniera celestiale. Una classicità votata al piacere in cui la gola viene facilmente soddisfatta, pur non rinunciando alla leggerezza del gusto e alla ricerca di un equilibrio perfetto. Irrinunciabili il Semifreddo allo zabaione, caramello e sorbetto al lampone, così come le Perle di ananas farcite alla nocciola e salsa di maracuja, due dessert lussuriosi resi entrambi perfetti dalla piacevolezza della componente acida.
Una cucina raffinata affiancata, come prevedibile, da una Sala elegante e dalle atmosfere calde: arredi chic, musica soffusa e luci calde raccontano del gusto di Francesca Tassi, perfetta padrona di casa oltre che fine esperta di vini, e della sua capacità di dare un senso a ogni cosa, coinvolgendo il commensale in un’esperienza familiare davvero unica.
Un’esperienza di infinita bellezza, umanità e grande forza.