Eolo.
E’ al mito classico che dobbiamo riallacciarci, per comprendere di quale fascino e seduzione sia permeata l’esperienza di gusto vissuta in uno dei ristoranti più suggestivi della splendida e caratteristica cittadina di Amalfi, che proprio dal dio greco dei venti, trae i suo nome.
Quell’Eolo che – secondo la leggenda – custodiva in una caverna per volere di Zeus, i quattro venti principali, con facoltà di domarli o liberarli secondo la propria volontà.
Venti che, verrebbe da pensare, possano essere stati soffiati sino a uno degli scorci più straordinari di Amalfi, nel luogo protetto da quel lungo e ripido promontorio che dall’antica e austera Torre dello Ziro, protende vertiginosamente verso il mare.
Quel luogo magico in cui sorge il ristorante Eolo, piccolo gioiello della Costiera Amalfitana che, sorto nel 1995 per volontà di Caterina Gargano – esponente e rappresentante di una delle famiglie più in vista e meritevoli dell’hotellerie della Costa – la famiglia Gambardella/Gargano – ha intrapreso, passo dopo passo, un cammino capace di rinnovarsi costantemente nel nome di qualità ed eccellenza.
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Situato al primo piano di un edificio caratteristico nel centro di Amalfi, il ristorante Eolo sorge in una piccola sala in cui, tra tipiche ceramiche di Vietri sul Mare ed eleganti arredi, si intrecciano archi e colonne che culminano in una romantica terrazza affacciata sul Tirreno.
Pochi tavoli, undici per l’esattezza, disposti e valorizzati con gusto in cui vivere attimi indimenticabili dove l’ottimo cibo non è che uno dei tanti elementi protagonisti di un’esperienza confezionata con garbo, ricercatezza e sapienza.
Un’esperienza che parte senza dubbio dalla tradizione di una delle cucine più gustose e radicate – quella mediterranea – ma che non teme di spingersi verso una curiosa e incessante ricerca, pur non inciampando mai in inutili egocentrismi d’autore, con piatti che esplorano memoria e cultura, culminando in creazioni contemporanee votate al piacere di una gustosa leggerezza.
Ai fuochi Francesco Serretiello, chef autoctono che dopo la dovuta esperienza tra Italia ed estero, torna nella sua Terra per proporre una cucina creativa, colorata e mai banale.
E lo mostra sin dai primi accenni, con antipasti in cui il Mar Tirreno è il protagonista in purezza: ne è un esempio il calamaro e il gambero, scottati e serviti con tapenade di olive e quenelle di finocchi e pinoli.
Applausi per il Granchio, salsa di pesche, rucola e pecorino, piatto che conferma la vocazione dello Chef per la leggerezza e che, in un perfetto bilanciamento tra dolcezza, acidità e sapidità, si eleva tra i piatti obbligatoriamente da scegliere in ogni percorso degustativo. Interessante e innovativa la scelta di presentare il pecorino in due differenti consistenze, ovvero la gelatina e la meringa.
Ottimi i primi, evidente cavallo di battaglia del ristorante Eolo, che in un susseguirsi di creazioni, pongono il commensale di fronte all’amletico dilemma, verso cosa effettivamente orientarsi. Suggerito il Tagliolino al nero di seppia con guanciale e caviale di tartufo, un piatto in cui il matrimonio tra terra e mare si spinge sino al sottobosco, dando forma a un piatto lussurioso e dai contrasti perfetti che stupisce, diverte, appassiona.
Si alza l’asticella con i secondi, nello specifico con una deliziosa Coscia d’anatra servita con gambero scottato e pak choi, accompagnata da una “salsa barbecue amalfitana”, in cui i contrasti agrodolci sono ovviamente esaltati dalla presenza degli eccellenti e celeberrimi limoni di Amalfi. Un piatto in cui si ribadisce la passione per le note leggere e che mostra quanto le creazioni, pur restando giustamente fedeli al territorio e al proprio mare, non vivano imbarazzo alcuno nel momento in cui viene chiesto loro di confrontarsi con carni od ortaggi.
Sempre soddisfacente l’esperienza dedicata ai dessert, in cui dolci freschi e leggeri chiudono un percorso con la dovuta coerenza. Ne è un esempio Fragole e Basilico, una maddalena al basilico, arricchita dalla rotondità di una crema al mascarpone e fragola servita in diverse consistenze.
Ottimo e dai tratti esotici la Maddalena al limone con mandorle, menta e zafferano, dessert che conferma la vocazione alla leggerezza – indispensabile, per chiudere armonicamente un percorso.
Magistrale anche la proposta della Cantina in cui Caterina Gargano – esperta Sommelier e grande appassionata di vini – mette lo zampino, dando forma a una selezione fastosa che a oggi si compone di circa milleottocento etichette, proponendo alcune bottiglie di qualità e dal valore inestimabile.
Alla Carta dei vini, si aggiunge da quest’anno la possibilità di degustare ottimi cocktail prima, durante e dopo il pasto. Drink ideati e preparati con grande maestria dal bravo Mario Cuomo che, a seguito di un’esperienza nella capitale putativa della mixolology – Londra – torna a casa, portando al ristorante Eolo un carattere sempre più internazionale. A fianco dei grandi classici, Cuomo propone miscelati ispirati e dedicati ad alcune delle principali località della Costiera come Ravello, Furore, Positano e – ovviamente – l’immancabile Amalfi.
Una perla della Costiera Amalfitana che non delude e si racconta ovviamente attraverso il lavoro di un gruppo affiatato che ritrova il suo cuore tra i fuochi in cui lo Chef e il suo staff lavorano incessantemente in un clima di perfetta armonia che, ovviamente, non può non ritrovarsi nel piatto.
Una perla da raggiungere, esplorare e conoscere. Semplicemente lasciandosi cullare dal vento, quello che soffia in direzione di Amalfi!