Secondo una recente ricerca, il numero di ristoranti a Milano si aggirerebbe intorno agli ottomila locali.
Cifra considerevole che, se da un lato testimonia la vivacità del capoluogo lombardo, dall’altro conferma quanto, al giorno d’oggi, distinguersi e darsi un’identità sia la strada per ottenere successo e soddisfazioni.
Un’identità che dovrebbe modellarsi intorno a esigenze e desideri, e che meriterebbe di essere plasmata intorno a due interrogativi retorici: “cosa vorrebbe la gente?”; “cosa posso offrire di unico e identitario?”.
Interrogativi a cui probabilmente hanno tentato di rispondere Paolo Marchi e Claudio Ceroni quando il 18 settembre 2018 hanno alzato il sipario sul primo Hub internazionale della gastronomia, con l’intento di offrire alla città di Milano un’idea nuova e un ristorante fuori dagli schemi che osasse oltre le convenzioni.
Un ristorante in cui coesistono due anime differenti: da un lato un importante fulcro gastronomico in cui giungono i più influenti e talentuosi protagonisti della ristorazione mondiale a raccontarsi attraverso la propria cucina; dall’altro, un vero e proprio ristorante (aperto a pranzo tutti i giorni feriali e il lunedì e il martedì a cena) alla cui regia troviamo il resident chef Alessandro Rinaldi, con la supervisione dello stellato Andrea Ribaldone.
Classe ’89 e irpino purosangue, Alessandro Rinaldi percepisce il richiamo della cucina sin dalla tenera età, grazie alla passione trasmessa dalla mamma e dalla nonna e dalla professione di norcino di papà. Di nascosto dalla famiglia, si intrufola a soli undici anni nel ristorantino sotto casa, in cui inizia a fare qualche lavoretto. Sudia all’alberghiero di Avellino e durante quel periodo inizia a lavorare in alcuni ristoranti della zona. Professionalmente, cresce inizialmente nelle cucine del Therasia di Vulcano, successivamente a fianco di Agostino Iacobucci nello stellato I Portici di Bologna, per approdare infine nel team di Ribaldone che – a seguito di un interessante percorso insieme – lo sceglie per guidare l’Hub di Identià Golose a Milano.
La proposta segue quella visione contemporanea in cui l’Italia è la vera protagonista: oltre ai signature dish dedicati alla città di Milano come la Cotoletta di vitello con l’osso con doppia panatura, o gli Spaghetti Milano – conditi con zafferano e ragù di ossobuco con gremolada – si alternano nella Carta dell’Hub di Identità Golose piatti capaci di raccontare la cultura gastronomica italiana attraverso i suoi sapori.
La veracità di Rinaldi non può non esprimersi nelle ricette proposte, spingendo l’accelleratore verso tradizioni e sapori della cultura mediterranea, perfettamente interpretati dalla mano sapiente dello chef.
Nei suoi piatti rivive il territorio irpino, sia grazie a sapori e materie di rara eccellenza, sia attraverso un importante esercizio di memoria gustativa in cui lo che chef onora gli insegnamenti famigliari e rievoca ricordi che hanno segnato la sua crescita.
Una crescita costante, soprattutto grazie alle continue serate internazionali organizzate nell’Hub di Identità Golose e a una passione sconfinata per il proprio mestiere.
Oltre alla carta firmata Rinaldi/Ribaldone, all’Hub di Identità Golose è possibile gustare tre delle pizze firmate dal grande Mastro pizziaiolo Franco Pepe in un ambiente elegante e raffinato, ideale a pranzo, a cena e per un piacevole aperitivo.
> Leggi l’intervista a Franco Pepe
Photo credits © Ufficio Stampa Identità Golose