Firenze è una città che rievoca pagine indelebili di cultura, arte e storia. E’ la culla del Rinascimento e patria di personaggi illustri e dai nomi altisonanti.
Sarà… ma per me Firenze – che al cibo penso sempre – è innanzitutto la città del lampredotto e dei trippai, la città italiana con l’identità e la tradizione gastronomica più forte legata allo Street food o, visto che d’Italia stiamo parlando, del cibo da strada.
Sarà per questo che, nonostante mi trovassi a Firenze per visitare un ristorante stellato, mentre stavo seduta davanti a Palazzo Pitti sfogliando la mia Guida Osterie d’Italia Slow Food, non ho potuto ignorare la segnalazione di una Tripperia che avrei potuto raggiungere semplicemente svoltando l’angolo: Ristorante Il Magazzino Firenze. Scelgo dunque di disdire la mia prenotazione per pranzo e di dirottare verso Piazza della Passera, luogo che già da sé, evoca una certa simpatia. E appena entro, capisco di aver fatto la scelta giusta!
Il lampredotto – quarto stomaco del vitello – ha origini antichissime e sembra che si consumasse in Firenze già nel XIV secolo. Esistono tanti luoghi per gli appassionati del quinto quarto dove poter gustare il tipico panino ripieno ma, per i palati più esigenti e per tutti coloro che avessero voglia di godersi un momento di piacere in totale pace e tranquillità, annotare assolutamente questo ristorante: Osteria Tripperia Il Magazzino.
In nome trae origine dalla storia dei locali che in passato erano adibiti a magazzino del Trippaio del Porcellino, luogo in cui tutti i trippai della zona dell’alto Arno si ritrovavano a cucinare le frattaglie che poi avrebbero venduto lungo le strade di Firenze.
Un locale unico, caldo, accogliente e spartano al punto giusto, con il giusto numero di coperti e un’atmosfera che ti abbraccia e che non lasceresti mai.
A fare gli onori di casa è Luca Cai, uno dei due soci e professionista con un curriculum di primo livello; questo perché, prima di aprire nel 2004 le porte de Il Magazzino, Luca ha vissuto la strada per un decennio, sviluppando e perfezionando quella conoscenza e abilità con il quinto quarto che solo i trippai fiorentini di strada, possono vantare.
Ma Luca non poteva accontentarsi di acquistare le quattro mura e continuare a proporre panini al lampredotto o trippa alla fiorentina. No, Luca doveva ideare dei piatti che si sarebbero potuti identificare con la il Ristorante Il Magazzino Firenze, dei piatti che, partendo da una materia prima poverissima, riuscissero a sfidare i palati più esigenti e soddisfare i gourmet più curiosi. Talmente eccezionali che, nel mese di giugno, sono stati scelti per rappresentare la Toscana e la sua tipicità a Expo 2015.
Così Luca, con Marchesiana maestria, prende la materia, la trasforma e la modella; le da una forma e una connotazione, le fa parlare lingue differenti, e la muta in un cibo raffinato che non potrete trovare in un altro ristorante, se non a Il Magazzino. Lo dimostra la proposta della carta in cui spiccano prelibatezze come il Carpaccio di Lingua, la Chitarra del Trippaio o i Ravioli di Lampredotto con Cipolla di Tropea. Imperdibile e indimenticabile il Susci del Trippaio (scritto proprio così), un piatto fusion per il quale basterebbe la trasferta fiorentina. Delicatissime anche le polpette di lampredotto e una sorpresa i Totani di bosco con pomodoro fresco che altro non è che una trippa tagliata a listarelle e fritta.
Attenzione anche ai vegetariani con un piatto eccellente e di sapiente preparazione come i pici al pesto di cavolo nero.
Luca si rivela un perfetto padrone di casa, sa intrattenere i suoi ospiti e suggerire le migliori etichette per accompagnare un pasto di tale importanza.
Un luogo unico e speciale che merita la visita e che potrebbe dare un grande insegnamento anche ad alcuni stellati sull’importanza di reinterpretare e dare nuova linfa anche alle ricette della tradizione povera. Oggi come oggi, se dovessi scegliere un solo indirizzo in cui mangiare a Firenze, non me ne voglia Madame Feole, sarebbe proprio quest’Osteria in Via della Passera.
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Reportage: photo credits © Lucio Elio