Un napoletano a Viareggio.
Sono trascorsi due anni da quando raccontai Gennaro Battiloro figurandolo attraverso questa immagine.
Due anni in cui di acqua ne è passata sotto i ponti… La più sensazionale?! Che Gennaro Battiloro nel febbraio 2018 ha aperto un locale tutto suo che – attraverso un simpatico gioco di parole e assonanze – s’è cucito proprio addosso chiamandolo, guarda caso, Battil’Oro.
Sempre Toscana e sempre in provincia di Lucca ma, questa volta strategicamente in un punto più celato: Querceta. Uno di quei locali in cui non puoi “inciampare” dentro o capitarci per mode o trend. No, da Battil’Oro è doveroso andarci perché lo si vuole.
Un progetto nuovo, sia per Battiloro che per la zona che ne ospita i locali: un progetto ambizioso e moderno, a tratti cosmopolita, non solo per l’idea di proporre una pizza napoletana di qualità con materie di massima eccellenza e spesso in versione gourmet. Ma soprattutto per l’audacia di abbinare ai dischi di pasta cocktail di perfetta esecuzione.
Ma facciamo un passo indietro. Chi è Gennaro Battiloro?
Classe ’83, partenopeo DOC e toscano d’adozione, Gennaro Battiloro muove i primi passi nella pizzeria di famiglia per poi conoscere i primi successi professionali grazie al grande Franco Pepe che gli affida il progetto di Princi a Milano. Poi la Toscana, con la pizzeria Kambusa di Massarosa alla quale fa conquistare i Tre Spicchi Gambero Rosso e numerosi ulteriori riconoscimenti. Riconoscimenti a cui si aggiunge l’ultimo in ordine di tempo, assegnatogli da la Guida de L’Espresso che lo premia come Miglior Giovane Pizzaiolo di Talento d’Italia.
Un progetto nuovo, dicevamo, che però sceglie di non rinunciare alla tradizione, al ricordo, all’emozione da cui Gennaro ha bisogno di sentirsi coinvolto.
Ne ha bisogno perché senza di esso Battil’oro “Fuochi + Lieviti + Spiriti” non esisterebbe. Un progetto che, come dice lui, ha “in testa da sempre!” e che ambisce a mostrare il lato più intimo e romantico della sua Terra, attraverso un linguaggio moderno e confidenziale.
Tradizione e innovazione.
A partire dagli Spiriti, con buona probabilità l’elemento più moderno e seducente del nuovo concept.
A miscelare con professionalità e sapienza il bravo Giuseppe Roglieri – vecchia conoscenza di Battiloro dai tempi di Princi a Milano che dalla sua postazione propone cocktail della tradizione e non solo, suggerendo i corretti abbinamenti con pizze e piatti e fornendo un’alternativa più che valida alla consueta abitudine di affidarsi alla carta di vini e birre (seppur creata e fornita a regola d’arte).
Un talento, quello di Roglieri, accresciuto dal desiderio di sperimentare e proporre prodotti non convenzionali partendo dai grandi classici e “marchiandoli” con gusto, visione, personalità.
I Lieviti non possono che confermare qualità, filosofia e talento del tatuatissimo pizzaiolo, e si concretizzano innanzitutto in impasti innovativi e dalla lunga maturazione, e dall’estenuante ricerca della materia prima migliore con cui elaborare topping raffinati e impeccabili nell’equilibrio. Imperdibili la San Giovanni – con prosciutto cotto, gorgonzola DOP e mandorle e mentuccia – così come la Battil’Oro, esplicito biglietto da visita, con cui Gennaro Battiloro si presenta al cliente e gli racconta di sé e delle proprie passioni: pomodorino giallo del Piennolo Coppola 1934, burrata d’Andria, acciughe del Cantabrico, basilico e olio extravergine toscano. Pizze con nome e cognome e carta d’identità: dalle più elaborate a quelle della tradizione come l’iconico calzone, la Margherita o la Napoli che da Battil’Oro non risultano mai banali. Delicata la Pizza al gambero viola con ricotta al limone, crema di pane e ravanello.
Ricercata e raffinata la Pizza con crema di fagioli rossi della Garfagnana, con cozze di scoglie e chips di Parmigiano 18 mesi e ricordo proustiano di Gennaro che con essa rievoca la pasta fagioli e cozze della nonna Rita e che a noi propone in maniera più ludica, in abbinamento a un Mai-Tai di bontà inenarrabile.
I Fuochi propongono piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna ma non raggiungono il livello degli altri due elementi della triade per esecuzione, equilibrio e proporzioni (fin troppo “generose”).
Tra alcuni spicca però evidente il romantico elemento del ricordo, fil-rouge di tutto il progetto e ingrediente distintivo del “Battiloro Style”. Uno stile che ci catapulta tra le strade e i quartieri di Napoli in cui il fritto misto – tipico street-food della tradizione partenopea, viene servito nel classico colafritto napoletano, o tra le mura della casa di Gennaro, dove il caffè era un rito a cui dedicare tempo e attenzione e a cui lui ispira il Tiramisù, presentato nella classica moka napoletana.
Tema molto sentito quello del caffè, soprattutto a fine pasto quando, in accompagnamento a esso, non viene servito come di consuetudine lo zucchero, ma con la “cremina di caffè” che nonna Maria preparava quotidianamente e che Gennaro sceglie di servire in un moderno jigger (il dosatore per cocktail) – guarda caso – d’oro.
Evidente il desiderio di Gennaro Battiloro di coinvolgere chiunque sieda al suo tavolo per mostrare la sua Napoli e il suo vissuto. In un ambiente differente, lontano da elementi kitsch o dai classici cliché attraverso cui verrebbe naturale identificare l’immagine del capoluogo campano. Un luogo conviviale caratterizzato da linee essenziali in cui ricorrono frequenti i toni del rosso corallo, del grigio argento e ovviamente dell’oro. Colori che narrano la storia di una città, di una famiglia e dell’ambizione e della grinta di questo giovane pizzaiolo.
Elementi che proseguono coerenti nel suggestivo dehors estivo.
Prezzi più che mai adeguati per una qualità totale e per vivere un’esperienza in bilico tra una romantica tradizione e un’irrefrenabile innovazione, conoscendo da vicino San Gennaro Battiloro, protettore della pizza napoletana in Versilia.