Teglio, oltre ad essere la capitale della Valtellina, è senza dubbio la capitale gastronomica della valle. Questo perché si narra che i famosi pizzoccheri siano nati proprio in questa città nella quale, non a caso, ha sede la famosa Accademia del Pizzocchero che, con rigore e convinzione, tutela la storia e la cultura del pizzocchero di Teglio, da considerarsi qualcosa di più di un semplice e succulento piatto; il pizzocchero di Teglio è identità, cultura e territorio.
Tra i ristoranti tellini v’é ne è uno che ho selezionato a seguito di accurate ricerche e al quale ho scelto di dedicare il numero di febbraio della mia rubrica Kilometro Zero sul mensile Orobie.
Parliamo del Ristorante San Pietro, situato nel centro storico di Teglio in cui la ristorazione è condotta con cultura e grande umiltà da oltre un trentennio da Piero Reghenzani, patron e cuoco del locale.
Piero segue infatti meticolosamente il disciplinare dell’Accademia per la preparazione dei suoi pizzoccheri che, da semplice piatto, si tramutano in una esperienza indimenticabile per il commensale. Un piatto preparato ogni giorno e che dunque viene servito freschissimo a tavola.
Irrinunciabile dunque, recandosi al Ristorante San Pietro, l’esperienza del menù territoriale che comprende ovviamente i Pizzoccheri di Teglio, la bresaola della Valtellina e gli strepitosi sciatt, altro piatto della tradizione valtellinese a base di grano saraceno, ovvero delle golose e leggere frittelline ripiene di formaggio filante. Da annotare che Piero, su segnalazione, prepara anche pizzoccheri e sciatt per celiaci.
Un ristorante caldamente raccomandato per chiunque sia alla ricerca o alla riscoperta di una tradizione spesso conosciuta in maniera superficiale e che merita di essere approfondita lasciandosi guidare da chi come Piero si batte con fermezza per la tutela e la conservazione di qualcosa che non è “solo” cibo. E’ cultura.
Reportage: photo credits © Lucio Elio