Personalmente, ho avuto modo di assaggiare un’entrée di benvenuto consistente in una rivisitazione della bruschetta, proposta con una gelatina di pomodoro al naturale, spuma di basilico e chips di pane.
Mi sono lasciata attrarre dalla proposta di un menù degustazione formato da sette assaggi, un crecendo rossiniano di gusto, ricercatezza e piacere: ho iniziato da una crema di caprino servita con asparagi, liquirizia e ristretto d’aceto e proseguito con ravioli di brasato al tartufo serviti su crema di parmigiano.
La continuità riscontrabile in ogni piatto è la qualità e la freschezza della materia prima – rigorosamente kilometro zero – e la ricercatezza della loro unione in piatti moderni e per nulla banali. Lo dimostra il Festival di Primavera, la portata successiva composta da verdure di ottima qualità e freschezza, unite in un trionfo di gusto.
Ho poi proseguito con lo Scioglilingua, lingua cotta a bassa temperatura in brodo di ossa e poi arrostita in padella, servita con bruscandoli, crema di scorza nera e olio di semi di girasole tostati.
Ho concluso con un meraviglioso sauté di rognone e animella di vitello al profumo di timo.
Ottima anche la petite patisserie che accompagna il caffé.
Servizio cortese e piacevolmente eloquente.