Cerchi su google Ristorante Villa Crespi e ti trovi dinnanzi a 100.000 risultati.
Riproponi la ricerca inserendo Antonino Cannavacciuolo e i risultati arrivano a circa 600.000.
E non vi è da stupirsi poiché, in effetti, Antonino Canavacciuolo è l’anima di quel ristorante che racconta di quando “il Mediterraneo, in visita al lago, si innamorò delle Alpi, e decise di portar loro in dote i suoi preziosi sapori”. Una filosofia la sua che racconta dell’armonia tra nord e sud e che – abbracciando tutto lo Stivale – gioca con sapori e abbinamenti apparentemente antetisiani ma che culminano in una proposta di emozioni perfettamente in sintonia ed equilibrio.
Ti rechi al Ristorante Villa Crespi, ovviamente nutrito da fortissime aspettative, senza il rischio che nulla venga tradito:
Perfetta la location, romantica, elegante e paradisiaca.
Perfetta la cortesia e la professionalità del Servizio, con un plauso di riguardo al Sommelier e ai giovani camerieri.
Perfetta l’atmosfera, grazie alle giuste luci , la musica quasi impercettibile in sottofondo e una clientela educata che non alza mai il tono ai limiti imposti dalla buona educazione.
Perfetta la proposta della Cantina (persino impeccabile quella al calice).
Perfetta la proposta della carta.
Una carta che spiazza il commensale, ponendolo di fronte a una scelta quasi impossibile verso quali piatti indirizzarsi: piatti che raccontano una storia (di ogni portata è indicato l’anno di creazione) e riflettono anche solo nella descrizione le mille sfumature di colore e di sapori che racchiudono in sè. Una scelta che può essere facilitata dai tre menù degustazione che dalle 4 alle 10 portate (dai 105 ai 175 euro, vini esclusi), proiettano il commensale in un viaggio attraverso alcune delle ricette più rappresentative della filosofia dello Chef.
Se si riesce a superare l’imbarazzo della scelta, le due portate si rivelano la decisione pià saggia poiché tra benvenuti, intermezzi e piccola pasticceria, non vi è rischio alcuno di alzarsi da tavola con appetiti o rammarichi. Le proposte degli antipasti oscillano tra i 45 e i 60 euro; i primi tra i 35 e i 40; i secondi in un ventaglio di 50, 60 euro e i dessert propongono creazioni dai 20 ai 30 euro.
Si comincia l’esperienza a tavola, non con il classico stuzzico di benvenuto, ma con un vero e proprio Buon Viaggio che accoglie il commensale con un un ricco buffet di finger food oltre al più tradizionale assaggio al piatto: ti trovi dunque ad assaporare un polpo cotto a bassa temperatura, panato in farina di mais, maionese al polpo, cialda di alga nori al nero di seppia, caviale all’aceto e verdurine.
Per chi si recasse per la prima volta al Ristorante Villa Crespi, irrinunciabile tra gli antipasti il celeberrimo Tonno Vitellato (2012 – 50,00 €), un primo come il Carnaroli all’olio e vongole, timo e limone (2013 – 35,00 €) e tra i secondi, la mitica Triglia melanzana e guazzetto di provola o la Suprema di piccione, fegato grasso al gruè di cacao, salsa al Banyuls (entrambi del 2011 – rispettivamente 50,00 e 60,00 €).
Noi, che ormai di Villa Crespi conosciamo la storia e i sapori, ci siamo lasciati conquistare da un tripudio di profumi e colori come gli Scampi di Sicilia alla pizzaiola acqua e polpo.
O dall’apparente semplicità delle Linguine di Gragnano con calamaretti spillo e salsa di pane, dai profumi mediterranei delle Tagliatelle di fagioli, limone e bottarga di tonno e dalla ricchezza di gusto e cromia dei Cappellacci di broccoli, cagliata di latte e guazzetto di lumachine di mare.
Piatti in cui non manca mai il calore e la ricchezza cromatica che trova la sua massima espressione nell’intermezzo offerto dallo Chef Vi presento un pomodoro!. Un apoteosi di piacere e bellezza composto da un involucro di pomodoro, farcito di una tartare di gamberi, e servito su una mousse di mango. Da mangiar in un sol boccone poiché anche il picciuolo (di gelatina) è edibile.
Valgono il viaggio anche i secondi di carne e di pesce: l’Anguilla allo spiedo con alghe marine e salsa di pollo rispetta perfettamente la filosofia dello Chef in cui mare e monti si abbracciano armoniosamente; con Baccalà… Baccalà… Baccalà, invece non si scappa: l’ingrediente è uno e con esso di realizzano sia l’elemento principale, sia le diverse consistenze tra cui – indimenticabile – una maionese al baccalà. La Guancia di manzo, maionese di nocciola, terrina di patate e bietole è un piatto che tra la tenerezza della carne (cotta a bassa temperatura per 14 ore) e la dolce acidità della maionese rasenta la perfezione così come l’Anatra, zucca alla liquirizia, scorzonera – perfettamente bilanciata nei suoi ingredienti.
La coccola prosegue con le delizie pre-dessert e la piccola pasticceria da caffé che al Ristorante Villa Crespi, di piccolo ha veramente poco: si comincia con un bichierino di piña colada e cioccolato bianco, che prepara a piaceri e dolcezze che rievocano i natali dello Chef (sfogliatine alla panna e babà al rum) e alla perfetta pasticceria mignon eseguita in maniera impeccabile e da standing-ovation dal pastry Chef Raffaele D’Urso.
E volendo, ci si potrebbe fermare qui. Volendo…
Se invece si volesse andare oltre e provare una delle magnifiche creazioni di pasticceria, irrinunciabili Il falso uovo e il Fungo porcino.
Bella l’idea di chiudere il pranzo o la cena, non con il classico caffè, ma con uno degli infusi o tè selezionati all’interno della carta.
Un ristorante che dal 2007 mantiene tenacemente le due stelle Michelin e che, a modesto parere, dovrebbe averne sei. O quantomeno tre!
Lo ribadisco per l’ennesima volta, sino ad ora l’eccellenza assoluta!
Photo credits © Lucio Elio