Lasciandosi alle spalle la città di Bergamo e accosando il fiume Brembo, è possibile intraprendere un percorso alla volta di una delle principali valli del capoluogo bergamasco che, non a caso, trae il suo nome esattamente dall’omonimo corso d’Acqua: la Val Brembana.
Nota a molti per la celeberrima cittadina di San Pellegrino Terme, la Val Brembana è caratterizzata da un susseguirsi di vallate, montagne e centri abitati che si alternano in un territorio ricco di tradizioni.
Tradizioni incapaci di affievolirsi anche grazie all’entusiasmo di alcuni giovani del luogo, orgogliosi delle proprie origini e volenterosi nel conservarle e promuoverle, tutelando in tal modo la propria storia e cultura.
Esempio di tale vivacità, Dossena, cittadina della bassa Val Brembana, nota per essere stata già intorno al 1500 enclave strategica e di potere, sia dal punto di vista politico, commerciale, e religioso (tanto da essere stata sede della prima chiesa dell’intera valle).
Nota per i suoi Murales, per le famose Maschere e per il Madunu’, Dossena costruisce la propria fama soprattutto per essere stato il primo fulcro minerario della Val Brembana che, secondo alcuni scritti e testimonianze risalenti al IX secolo d.C., collocherebbe le proprie origini addirittura con l’ascesa dell’Impero Romano.
Una tradizione che si sviluppa grazie a un entroterra ricco di minerali quali la Calamina e la Calcite e che incontra il momento di massima espansione nel 1874, anno in cui la famiglia Modigliani acquisisce la licenza di concessione mineraria, avviando una proficua attività destinata a concludersi nel 1981 – con la chiusura del sito stesso.
A partire dal 2015, le miniere di Dossena hanno riaperto i battenti con obiettivo di rimarcare il valore storico, sociale e scientifico del patrimonio dossenese, istituendo un’associazione grazie alla quale partecipare a visite guidate prenotabili tutte le domeniche da aprile a ottobre.
> Scopri i dettagli sul sito ufficiale delle Miniere di Dossena
Durante l’ultima stagione, le miniere di Dossena hanno attratto circa 4000 visitatori. Tra le ragioni di questo successo, sicuramente gioca un ruolo di rilievo il progetto gastronomico nato dall’intuizione di Fabio Bonzi, sindaco di Dossena e appassionato casaro: quello di creare un prodotto caseario innovativo, stagionato appunto in miniera.
Nasce così Ol Minadur, un formaggio di latte vaccino speciale, che deve il proprio sapore alla particolare affinatura in una cella posta a circa 350 metri dall’ingresso principale – alla temperatura costante di 9° e con un’umidità pari al 90%.
Ne risulta un formaggio dal gusto intenso, con un’occhiatura particolare e dalla consistenza morbida e cremosa. Un prodotto di nicchia che può essere degustato in occasione di eventi speciali organizzati nelle suggestive Miniere di Dossena o in uno dei ristoranti della cittadina.
Un formaggio che attualmente viene prodotto da cinque differrenti produttori tra cui si distingue l’Azienda Agricola Paloma Blanca, un’Azienda a conduzione familiare che vede alla guida Maria Luisa Gamba, mamma di tre bambini che ha scelto di ritrovare il contatto con la natura e avviare un’attività capace di garantire la produzione di oltre una decina di formaggi di altissima qualità in cui spiccano quello allo zafferano (il Palamino) e – ovviamente – Ol Minadur.
L’Azienda, con appena un paio d’anni di storia di storia, ha quale attività principale l’allevamento di ovini e bovini da latte per la produzione di latte crudo.
All’interno di essa, vi è un piccolo caseificio in cui vengono realizzate diverse tipologie di formaggi freschi, semistagionati e stagionati, che tra l’altro è possibile acquistare nel piccolo spaccio dell’Azienda stessa: dal produttore, al consumatore.
Immersa nel verde e famosa per il suo territorio rigoglioso, Dossena è il teatro ideale per iniziative votate all’agriturismo. Non è casuale che negli ultimi anni siano letteralmente fiorite attività imprenditoriali legate all’allevamento, alla coltivazione e alle produzione di piccole grandi eccellenze quali formaggi, salumi, birre artigianali, miele e confetture.
Prodotti spesso utilizzati dalle strutture ristorative locali, in cui è possibile gustare un piatto ispirato alla tradizione ma reinventato da gusto e interpretazione dei giovani chef o professionisti chiamati a raccontare Dossena attraverso i suoi sapori.
Ce lo conferma Lidia Alcaini, dossenese DOC, fondatrice dell’Associazione Giovani di Dossena e presidentessa venticinquenne de iRais (“Le Radici”, in dialetto bergamasco) – la Cooperativa di Comunità lombarda principale responsabile della rinascita di Dossena che, attraverso una fervida e ambiziosa attività di riqualifica delle strutture legate all’ospitalità, ha saputo innescare un interessante processo di riqualificazione della cittadina stessa.
Tra queste, spicca certamente quella della Trattoria Alpina.
Posizionato nel cuore di Dossena, il ristorante presenta un menù semplice e immediato sviluppato sui prodotti del Territorio, portando così avanti l’identità territoriale attraverso una cucina che oscilla tra tradizione e innovazione. Ottima la selezione di affettati dossenesi, memorabile per qualità e consistenza la pasta fresca, ed eccellente la polenta, realizzata con un blend di farina di mais integrale e grano saraceno.
Un tour che, con la sua conclusione, ci conferma ancora una volta di quanto l’Italia sia la giusta meta per un turismo all’insegna del gusto e dei sapori territoriali, e di quanto la Lombardia riservi sempre inaspettate sorprese.
Blog tour realizzato nell’ambito del bando Viaggio #InLombardia finanziato da Regione Lombardia.